Pedofilia, il maxi teste: "Ratzinger e Wojtyla sapevano". Realtà o complotto?

"Il cardinale Ratzinger conosceva benissimo quello che a noi vittime di padre Maciel era accaduto già negli anni Novanta. Così come Giovanni Paolo II"

Cronache
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Scandalo pedofilia in Vaticano, il teste dal Messico: "Ratzinger e Wojtyla sapevano tutto"

Scandalo coperto oppure complotto della parte di Vaticano vicino a Bergoglio? Il dubbio sulla vicenda che vede coinvolto il Papa emerito Joseph Ratzinger resta. Il Messaggero, intanto, pubblica le parole di José Barba-Martin parla da Città del Messico, 82 anni, ex professore che ha insegnato ad Harvard. E' stato un ex seminarista violentato per anni da padre Maciel, potentissimo fondatore dei Legionari di Cristo.

"In Vaticano continuano a dire bugie. Mi rincresce ripeterlo ma sono testimone del fatto che l'allora cardinale Ratzinger conosceva benissimo quello che a noi vittime di padre Maciel Marcial Degollado era accaduto già negli anni Novanta. Così come Giovanni Paolo II e i suoi collaboratori a cominciare dall'allora segretario di Stato, cardinale Sodano. Le regole che applicava allora la Chiesa erano di spostare, coprire, insabbiare i pedofili. Delle vittime importava poco. Nel 1998 ho fatto avere alla Congregazione della Fede, allora guidata proprio da Ratzinger, un pacco di documenti, compreso prove registrate da un notaio. Insomma certificazioni. Le carte pesavano un chilo e mezzo, ancora me lo ricordo, perché per spedirle dal Messico le dovetti pesare. Posso provare quello che dico. E sempre nel 1998 parlammo con l'allora numero 3 della Congregazione implorando l'apertura di processo canonico (che non fu mai aperto)", dice il testimone.

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Secondo Barba Martin, riporta il Messaggero, solo nel 2005 il cardinale Ratzinger fece fare una indagine. "C'era un evidente tappo più in alto. Giovanni Paolo II non volle fare nulla. Conservo ancora la ricevuta postale del 2002 relativa ad un plico di documenti consegnati al cardinale Stanislaw Dziwisz, nel Palazzo Apostolico. Altri documenti furono inoltrati dalla nostra avvocatessa. Sentire che l'allora Papa Giovanni Paolo II non ha mai saputo nulla, così come non sapeva nulla Ratzinger di quello che accadeva attorno lo ritengo una offesa assai dolorosa".

Per Ratzinger le accuse sono "pura propaganda"

Come riporta il Corriere della Sera, "il Papa emerito ha replicato ai legali che «l’ipotesi è falsa e diffamatoria» e «testimoniava un notevole grado di parzialità da parte degli esperti che hanno abbandonato il loro ruolo di neutralità e obiettività e sono scesi al livello di valutazione soggettiva, se non addirittura propaganda e di pura speculazione, si sono squalificati»". Secondo il Corriere della Sera, "Benedetto XVI replicherà ancora nei prossimi giorni". Intanto a Monaco la relazione avrà conseguenze penali: la Procura ha disposto delle verifiche su «42 casi» di comportamenti «inappropriati» segnalati della ricerca,ipreti ancora vivi o rintracciabili

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