Renzi-Carrai e le consulenze. La Srl creata ad hoc: "Vuole usare l'immunità"

A maggio 2019 l'ex premier creò la società per trovare affari. “Chiede una stanza per sfruttare i benefici degli onorevoli”. Poi la fuga di notizie e...

Di Redazione Cronache
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Matteo Renzi, conferenza stampa alla Camera
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Renzi e la società aperta e subito chiusa. Il giallo della Digistart che ha attirato l'attenzione del Copasir

Un'indagine della Guardia di Finanza ha fatto luce su una Srl creata da Matteo Renzi insieme all'amico Marco Carrai. Si tratterebbe di un'impresa legata alla nuova attività dell'ex premier di conferenziere. Pratica che in Italia non è vietata, - si legge su Il Fatto Quotidiano - a differenza di altri Paesi. Ma pone enormi questioni di opportunità e infatti ha attirato l'attenzione del Copasir. Nel maggio del 2019 in uno studio di commercialisti di Firenze viene fondata la Digistart srl, capitale sociale 10mila euro, socio e amministratore unico Renzi. L’avventura ha vita breve: la ditta viene aperta e chiusa in pochi mesi, senza spiegare perché, dopo una fuga di notizie. Digistart avrebbe dovuto incamerare soldi attraverso società di Carrai, sotto forma di "success-fee": se un investimento fosse andato bene, gli intermediari Renzi e Carrai avrebbero preso una percentuale.

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La Digistart di Renzi avrebbe fatturato le prestazioni attraverso società di Carrai, il quale a sua volta avrebbe girato all'amico senatore parte delle provvigioni che riceveva come consulente del fondo. Nell’autunno del 2019 la Finanza, impegnata nelle indagini sui presunti finanziamenti illeciti alla Fondazione renziana Open, sequestra vari documenti, tra i quali una mail riepilogativa redatta da Elena Solli, collaboratrice del commercialista Marco Fazzini: "M.R. ha anche chiesto di poter avere a disposizione ufficialmente una stanza nello studio, che è la sede legale della Digistart srl, per poter usufruire dei benefici di legge che ne deriverebbero in ragione della sua carica istituzionale". In altre parole, Renzi voleva l’immunità parlamentare, che in caso di guai, avrebbe impedito perquisizioni.

Faccendieri, spie, aziende strategiche straniere. Intorno al governo Renzi - riporta La Verità - girava di tutto. I suoi collaboratori più stretti sono stati in contatto per anni con l'avvocato siracusano Piero Amara, quello che ha parlato per primo dell'esistenza della loggia Ungheria, organizzazione segreta che poi si è scoperto che non esisteva. Dall'indagine su Amara sono emersi anche gli scambi di documenti tra i fedelissimi dell'ex premier e il colosso di telecomunicazioni Huawei. I contatti e la partita per la banda larga in Italia. "Quelli di Huawei volevano fare la fibra ed entrare in quel business. Fu Amara a presentarmeli", svela Andrea Bacci, ex socio del babbo di Renzi. Era lui a tenere i contatti tra Lotti e i mangaer stranieri.