Risarcimenti e pagamenti dei danni legati a manifestazioni: cosa succede e come funzionano
Lo Stato italiano chiede 6 milioni e 800mila euro di danni ai manifestanti della Val di Susa. Come è stato calcolato l'importo, i precedenti, le normative
Risarcimenti e pagamenti dei danni legati a manifestazioni: cosa succede e come funzionano
Lo Stato italiano ha chiesto 6 milioni e 800mila euro di danni agli esponenti del centro sociale Askatasuna imputati a Torino nel maxiprocesso sulle manifestazioni No Tav in Val di Susa. Si tratta di 28 militanti, 16 dei quali rispondono anche di associazione per delinquere. Chieste complessivamente dalla Procura condanne per 88 anni di carcere. Ma a che titolo lo Stato ha formulato la richiesta economica? E come è stato calcolato l'importo? Ci sono precedenti simili?
Manifestazioni in Val di Susa: lo Stato chiede i danni agli attivisti
Tutto nasce dal processo che si celebrerà a Torino per gli scontri con le forze dell'ordine nel corso delle varie manifestazioni tenutesi tra il 2020 ed il 2021. La Presidenza del Consiglio e dei ministeri dell'Interno e della Difesa si sono costituiti parte civile. E sono proprio queste istituzioni ad aver dato mandato agli avvvocati Alessandra Simone e Mauro Prinzivalli dell'Avvocatura di Stato di presentare una memoria assieme alla richiesta economica.
Come sono stati calcolati i danni? Il costo per assicurare il ripristino dell'ordine pubblico in Valle di Susa ammonta a 4,1 milioni di euro. Cifra che comprende il presidio dei luoghi interessati 24 ore su 24, per il quale il Ministero dell'Interno ha impiegato 205.988 agenti di polizia nel 2020 e 266.451 nel 2021. La spesa per gli straordinari è stata di 135 mila euro. Nel conteggio, secondo l'avvocatura distrettuale dello Stato, devono essere incluse anche le risorse destinate alle attività investigative e una serie di elementi riconducibili al cosiddetto "danno non patrimoniale". In aggiunta, l'avvocato Daniele Zaniolo, parte civile per Telt, l'azienda che si occupa della costruzione della Torino Lione, ha chiesto un milione di euro.
Quando i Pro Palestina bloccarono i treni a Bologna
C'è almeno un precedente: il 29 maggio 2024 il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini aveva annunciato l'intenzione del suo dicastero di agire civilmente e penalmente, con richiesta danni, nei confronti dei manifestanti pro Palestina che la sera prima occuparono i binari della stazione di Bologna causando disservizi e ritardi sulla rete. Un annuncio al quale tuttavia non pare esserci stato ancora seguito, da quanto risulta alle cronache. Più concreto appare dunque ad oggi il rischio per gli attivisti di Askatasuna, con un processo già in corso.
Le nuove normative sul danneggiamento dei beni culturali e paesaggistici
La linea del Governo sembra del resto andare con decisione in questa direzione, su più fronti. In questo senso, i passi più significativi sono stati fatti nell'aprile del 2023 quando il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che introduce nuove disposizioni in materia di "distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici". Un provvedimento, a inizio 2024 approvato a maggioranza in Camera e Senato, nato sulla scia dei numerosi blitz di attivisti appartenenti a organizzazioni come Ultima Generazione, che hanno colpito, imbrattato e danneggiato nel corso dei loro sit-in per protestare contro i cambiamenti climatici. la facciata esterna del Senato, Palazzo Vecchio a Firenze e la Fontana della Barcaccia a Roma. La nuova normativa stabilisce che chi imbratta beni culturali o paesaggistici rischia una sanzione da 10mila a 40mila euro, che sale a 60mila per chi invece li distrugge.
La richiesta di risarcimento agli occupanti del Leoncavallo
E' invece cronaca recente l'intenzione del Viminale di chiedere tre milioni di euro agli occupanti del centro sociale Leoncavallo di Milano. La cifra corrisponde a quanto lo Stato ha dovuto risarcire ai Cabassi proprietari dell'immobile per il mancato sgombero. Uno scenario diverso, ma medesimo è il principio: un giro di vite del Governo anche dal punto di vista delle richieste economiche nei confronti di manifestanti, occupanti, imbrattatori.