Salone del libro, edizione da record: 169mila presenze al Lingotto

Numeri da capogiro per il Salone. Dati che lasciano presagire la ripresa del mondo dell’editoria e delle librerie come spazio d’incontro

(Fonte: IPA)
Cronache
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Salone del libro, Torino da record: oltre 150mila cuori selvaggi al Lingotto

"È stato l’edizione più visitata di tutti i tempi", ha annunciato Nicola Lagioia, direttore del Salone internazionale del Libro di Torino nel giorno di chiusura della manifestazione. Le lunghe file all’Oval e ai padiglioni del Lingotto confermano il successo della 34esima edizione: sono ben 169mila i visitatori, o meglio, i cuori selvaggi.

Ma qual è stato il segreto di questo affollatissimo Salone? Nicola Lagioia dice la sua sulle pagine della Stampa: “Miglioriamo ogni anno, siamo diventati qualcosa di diverso, oggi il Salone è più solido, più forte e più importante. È più di una fiera editoriale, è unica a livello mondiale. Il segreto? Non ha un semplice pubblico, ma una comunità con fondamenta solide”.

Un’affluenza della comunità che, come spiegato da Lagioia, ha giovato al mondo dell’editoria: "C'è stato un record di visitatori e gli editori non hanno mai venduto tanti libri come in questa edizione. I numeri dicono che questa crescita c'è anno dopo anno, non è una fiammata, ma è una crescita strutturale".

Salone del libro, un chiaro messaggio da Torino: il settore dell’editoria ha voglia di ripartire e i dati promettono bene

Un dato esponenziale confermato anche da Confesercenti, secondo cui, nonostante difficoltà e intoppi incontrati, le piccole librerie stanno vivendo una fase di ripartenza. Secondo recenti stime, quasi due librai su tre prevedono di chiudere l’anno con vendite stabili o in aumento rispetto al 2021. Secondo quanto riportato dall’Ansa, ci sarebbe un nuovo dato da segnalare: la perdita di terreno da parte degli acquisti sul web in favore del ritorno dei clienti negli spazi fisici: le librerie superano la metà delle vendite con il 52,4% rispetto all’online che si ferma al secondo posto con un 43%.

Tra la ripresa dei contagi e l’acuirsi del conflitto russo, i primi quattro mesi del 2022 hanno segnato una prima battuta d’arresto, ma le previsioni restano positive: il 64% pensa di chiudere l'anno con vendite stabili (43%) o con variazioni positive o molto positive (21%), anche se c'è un 31% che prevede di terminare il 2022 con variazioni negative o molto negative delle vendite.

 

 

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