Sardegna, curava tumori con ultrasuoni. Dottoressa condannata all'ergastolo

Carcere a vita e sei mesi di isolamento diurno per Alba Veronica Puddu, rea di omicidio volontario aggravato, truffa e circonvenzione di incapace

Cronache

Sardegna, curava pazienti oncologici con ultrasuoni e radiofrequenze. Dottoressa condannata all'ergastolo

È stata condannata all’ergastolo con isolamento diurno Alba Veronica Puddu, la dottoressa di Tertenia (Ogliastra) che in Sardegna offriva terapie alternative - come ultrasuoni, radiofrequenze e funghi - ai pazienti con tumore. A deciderlo, ieri, 19 gennaio, la Corte d'assise di Cagliari, che la letto il dispositivo in assenza dell’imputata 52enne. Una sentenza durissima, a fronte della richiesta del pm Giovanna Morra di una condanna a 24 anni e due mesi di carcere, che riconosce il medico colpevole di omicidio volontario aggravato (per uno dei tre pazienti deceduti), circonvenzione di incapace (in tre casi) e truffa (per due delle parti civili). Il motivo? L’impiego di metodi “alternativi” che avrebbero accelerato la morte dei pazienti oncologici.

“Non ho mai proibito né scoraggiato i miei pazienti a seguire le terapie tradizionali come radioterapia e chemioterapia. Tutto ciò che hanno fatto è stata una libera scelta di ciascuno” si era difesa in aula l'imputata quando aveva scelto di rendere dichiarazioni spontanee.

Condannata all'ergastolo la dottoressa che curava i tumori con ultrasuoni e funghi. Le reazioni

Le indagini nei suoi confronti erano cominciate dopo un servizio trasmesso dalle "Iene" su Italia Uno nel 2017. Nel maggio 2018 il gip Francesco Alterio aveva interdetto la donna dall'esercizio della professione medica, ma prima ancora la Puddu era stata sottoposta al procedimento disciplinare da parte dell'ordine dei medici di Nuoro.

“La severità della condanna, che supera addirittura quella sollecitata dalla pm, ha colto tutti impreparati ha commentato a caldo l'avvocato Michele Zuddas, difensore della dottoressa insieme al collega Nicola Oggiano. “Manca la condotta dolosa e non vi è prova dell'elemento soggettivo dell'omicidio volontario per cui è stata chiesta la condanna". Per questo “aspetteremo che vengano depositate le motivazioni che hanno portato alla condanna per ricorrere poi in appello” ha annunciato il legale. I familiari dei tre pazienti deceduti - Davide Spanu, Franco Garau e Fiorenzo Fiorini, che avevano sospeso le terapie e seguito le indicazioni della dottoressa - si erano costituiti parte civile. “La sentenza ha scosso anche noi” confessa Gianfranco Sollai, che rappresenta la famiglia di una delle vittime, Davide Spanu. “Purtroppo questa donna si è resa responsabile con le sue cure di una condotta che ha portato i pazienti a esiti letali”.

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