Scuola, rinnovato il contratto. Per i prof basta fame: 124 € in più in busta

Nel nuovo contratto c'è una maggiore valorizzazione di tutto il personale, sia docenti sia Ata. Fondazione Gilda: "Bene, ma si riaprano subito le trattative"

Di Redazione Cronache
Giuseppe Valditara
Cronache

Rinnovo contratto scuola, c’è la firma: aumenti una tantum in arrivo, formazione e permessi. Ecco tutte le novità

È stato firmato oggi il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il triennio 2019-21 del comparto Istruzione e Ricerca. Il contratto, che riguarda più di un milione di lavoratori, è stato siglato dalle sigle sindacali.

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, esprime piena soddisfazione per la definizione delle trattative che hanno condotto alla sottoscrizione dell’ipotesi di contratto collettivo nazionale, con la condivisione delle principali parti sindacali rappresentative. “Il nuovo contratto segna un importante passo avanti verso una sempre maggiore valorizzazione di tutto il personale della scuola, sia docenti sia Ata”, ha detto Valditara. “Sono state inoltre recepite a livello contrattuale le funzioni del docente tutor e del docente orientatore e questo consentirà di affermare definitivamente il principio della personalizzazione dell’istruzione, rimarcando la centralità nel sistema della persona dello studente”.

La definizione del contratto, riporta il sito Orizzontescuola.it fa seguito al risultato dell’accordo politico sottoscritto tra il Ministro e i Sindacati lo scorso 22 novembre che, oltre a rendere subito erogabili gli aumenti, ha messo a disposizione della contrattazione collettiva tra ARAN e Organizzazioni sindacali, per il rinnovo del CCNL del comparto Istruzione, risorse finanziarie aggiuntive, stanziate dalla legge di bilancio per l’anno 2022 sul Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (FMOF), pari a 300 milioni di euro. Ciò ha contribuito a determinare un aumento medio per il personale docente pari a 124 euro al mese.

Con ulteriori provvedimenti è stata riconosciuta al personale precario docente e Amministrativo, Tecnico e Ausiliario (ATA) una maggiore tutela, consentendo la fruizione di tre giorni remunerati di permesso per motivi personali o familiari.

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Si sono inoltre concretizzati gli impegni dell’accordo politico di novembre, riconoscendo un ulteriore incremento stabile della Retribuzione Professionale Docenti (RPD) che porta a un valore rideterminato complessivo che va da 194,80 euro a 304,30 euro al mese e un ulteriore incremento del Compenso Individuale Accessorio (CIA) che porta a un valore rideterminato complessivo che va da 79,40 euro a 87,50 euro.
Nel contratto è stato dato un importante riconoscimento anche al personale ATA. Infatti, è stato possibile prevedere un riordino delle aree relative al personale ATA delle istituzioni scolastiche, offrendo concrete opportunità di sviluppo professionale a una platea di circa 182.000 dipendenti. Grazie all’input del Ministro Valditara si è riusciti a reperire le risorse finanziarie necessarie per un incremento sostanziale delle relative posizioni economiche.

Scuola, Federazione Gilda: "Ora, però , bisogna aprire subito la trattativa per il CCNL 2022-24 già scaduto"

La Federazione Gilda Unams ha firmato ritenendo di avere ottenuto, nella ristrettezza delle risorse finanziarie, importanti affermazioni normative tra le quali: il rinvio a sequenza contrattuale delle sanzioni disciplinari per i docenti, che prevedevano un rafforzamento dei poteri del dirigente scolastico; il riconoscimento dei 3 giorni di permesso retribuito per i precari; la residuale tranche di aumenti; la retribuzione della formazione; la possibilità di effettuare riunioni a distanza se non deliberative, comprese le ore di programmazione della primaria.

“In sintesi - dichiara Rino Di Meglio - abbiamo ottenuto dei risultati apprezzabili, considerando la base di partenza. Ora, però , bisogna aprire subito la trattativa per il CCNL 2022-24 già scaduto.”

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"Abbiamo lavorato fino all’ultimo momento, in tutti i modi, per introdurre modifiche nelle parti che riteniamo lesive dei diritti del personale. Tra i punti più controversi: il nodo politico sulla mobilità, la mancata valorizzazione del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali, che non convince. I Contratti nazionali di lavoro si sottoscrivono perché sono migliorativi rispetto al testo precedente e non è questo il caso. È stata una decisione difficile". Lo dichiara il segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, subito dopo la mancata firma del contratto nazionale, spiegandone le ragioni.

"L’abbiamo presa insieme alla nostra Confederazione e ai nostri quadri sindacali, ascoltando come sempre i lavoratori della scuola, quelli che la fanno funzionare tutti i giorni. Nel contratto che ci è stato presentato restano molte questioni aperte e non risolte - osserva il segretario –- resta il nodo politico della mobilità. È evidente che, se un contratto si sottopone ai vincoli di legge, perde la sua natura pattizia e ha poca ragione di esistere. Nell’impianto normativo del contratto vengono implementate ulteriormente le mansioni di tutto il personale Ata. Una inaccettabile ulteriore attribuzione di ruoli per cui i collaboratori scolastici, gli assistenti amministrativi e i Dsga, già oberati di incombenze a volte estranee alle loro mansioni, saranno soggetti ad ogni tipo di lavoro con riferimenti generici alla formazione senza che essa venga imputata a carico dell’Amministrazione".

Ancora, spiega il segretario Uil scuola, "risulta precarizzata la figura dell’ex Dsga e degli ex assistenti amministrativi facenti funzione con l’attribuzione di incarichi triennali che abbiamo fortemente contestato per il personale docente nella Legge 107/15. Nonostante il Mef abbia autorizzato di bandire i concorsi ordinari. Il tutto in cambio di una irrisoria valorizzazione economica che assolutamente non trova riscontro con i carichi di responsabilità e di lavoro del personale, falcidiato negli anni passati da politiche di tagli lineari e non razionali. Tra le altre questioni che non trovano risposta in questa ipotesi contrattuale, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali che, non convince.

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