Sinead O'Connor accusa le istituzioni: "Mio figlio era a rischio di suicidio"

La cantante parla di negligenze nell'assistenza al figlio, che si tolto la vita a soli 17 anni. La solidarietà di fans e colleghi

Cronache
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La cantante accusa: "Nessuno si prende le responsabilità della sua morte"

Il tragico suicidio di Shane, figlio 17enne di Sinead O’Connor, continua a far discutere. La cantante irlandese ha pubblicato nelle ultime ore una serie di tweet nei quali accusa le autorità locali di non aver prestato sufficiente cura a un ragazzo che era già considerato a rischio di gesti estremi. Nei suoi vari post, l’artista se la prende sia con la HSE (il servizio sanitario irlandese) che con Tusla (l’agenzia per la famiglia) e l’ospedale Lynn Ward, per il loro “rifiuto di assumersi la responsabilità”. “Come è possibile che un diciassettenne traumatizzato che era in ospedale sotto osservazione per il rischio di suicidio, sia potuto allontanarsi e scomparire?”, accusa in un post.

 

"Così vogliono far credere che non sia stata colpa loro"

 


“A 26 ore dalla morte di mio figlio, affidato alle cosiddette cure dello stato irlandese nella forma di Tusla, devo ancora ricevere un primo contatto da Tusla o dai loro rappresentanti”, aggiunge in un altro post. “Ora Tusla vuole discutere con me di un comunicato stampa, certamente con lo scopo che io mi unisca ai loro sforzi di far sembrare la morte di mio figlio come qualcosa che non dipendesse dallo stato”. Un portavoce della HSE ha spiegato: “Non possiamo commentare alcun caso individuale, nel caso ciò comporti il rischio di rivelare informazioni su persone identificabili, rompendo così il nostro vincolo etico sulla riservatezza”.

Shane era uno dei quattro figli di Sinead O’Connor, insieme a Jake Reynolds, Roisin Waters e Yeshua Francis Neil Bonadio. La cantante resa celebre da “Nothing compares 2 U”, brano di Prince da lei inciso nel 1990, ha avuto una vita molto difficile, con gravi problemi di salute mentale, e oggi, nel momento più buio, a sostenerla ci sono migliaia di messaggi da parte di fan e colleghi. Tra questi, anche il connazionale Shane MacGowan, ex leader dei Pogues, anch’egli reduce da gravissimi problemi di dipendenza: “Sinead, tu sei sempre stata disponibile con me e con tantissime persone. Sei un conforto, un’anima che non ha paura di provare dolore e sofferenza. Hai sempre cercato di aiutare e guarire gli altri. Prego affinché anche tu possa essere confortata, fino a trovare forza, guarigione e pace nel dolore della tua perdita”. Rispetto al giovane suicida, tra l’altro suo omonimo, il cantante ha scritto: “Era un ragazzo meraviglioso e gli volevo bene. Prego che possa essere in pace e che possa in qualche rimanere in connessione spirituale con te”.