Soumahoro, caso da 60 mln. Nuove polemiche su villetta e Lega Braccianti

I libri contabili all'esame della Guardia di Finanza: appalti milionari fino al marzo scorso. Polemica contro Fratoianni in Sinistra Italiana

Foto Francesco Curridori (da il Giornale)
Cronache

Si ampliano le indagini sulle coooperative. Per Lady Soumahoro "business da 60 milioni con finanziamenti pubblici"

Si allargano le indagini sulle cooperative che vedono lambire anche la famiglia del deputato Aboubakar Soumahoro. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, "si passano al setaccio i conti, gli affidamenti milionari ricevuti negli ultimi 4 anni per l’accoglienza dei profughi e forse distratti altrove. Si parla di ingenti finanziamenti fuori gara. Ma non si ignorano gli allarmi inascoltati sulle condizioni igieniche in cui venivano tenuti i migranti. E in particolare i minori che, privati spesso della diaria,venivano lasciati lavorare senza contratto all’esterno della struttura, nell’orario in cui sarebbero dovuti andare a scuola".

Il Messaggero fa le cifre: "La stessa Marie Therese Mukamitsindo, suocera di Soumahoro, in una relazione consegnata al ministero dell'Interno nell'ambito del progetto Amfi aveva dichiarato che la Karibu in vent'anni di attività aveva gestito fondi pubblici per una somma complessiva che supera i 60 milioni di euro. L'ultimo affidamento risulta quello pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nel giugno scorso che attestava l'aggiudicazione nel marzo 2022 della gara Accordo quadro con più operatori economici, per la durata di n. 2 anni, per l'affidamento dei servizi di gestione di centri di accoglienza costituiti da singole unità abitative con capacità ricettiva fino a 50 posti, per un fabbisogno presunto di posti pari a n. 800".

Secondo il Messaggero, "il Consorzio Aid, nell'ultimo bilancio depositato - quello del 2020 - aveva evidenziato introiti per 639mila euro dalla sola prefettura di Latina per i progetti di accoglienza finanziati dal ministero dell'Interno".

Lega Braccianti e villetta romana: nuove polemiche 

Fa discutere anche la villetta acquistata da Soumahoro e dalla moglie per circa 450 mila euro. Il Giornale pubblica le foto dell'abitazione, sita a Casal Palocco, periferia Sud di Roma, intervistando diversi vicini di casa che solo in questo frangente hanno scoperto che il deputato abitasse lì. Negli ultimi giorni, tuttavia, le tapparelle sono rimaste abbassate e non si è visto nessuno. Chi invece continua a fornire particolari sulla vicenda è Soumaila Sambare, ex socio di Soumahoro nella Lega Braccianti, che a "Striscia la Notizia" ha negato di aver chiesto, sotto forma di stipendio, i soldi delle donazioni all’associazione. "È una bugia, non lo abbiamo mai fatto. Gli abbiamo solo chiesto di metterne una parte in un conto corrente da cui avremmo potuto attingere per i problemi del ghetto, senza dover ogni volta aspettare che lui scendesse da Roma".

"Lui ha approvato, ci ha detto che avrebbe caricato i soldi su una carta, ma non l’ha mai fatto". "Con quei soldi Aboubakar pagava i braccianti che posavano per i selfie che poi lui postava. Gli dava 50 euro dicendogli di non andare a lavorare, ma di aspettare lui per fare le foto. E per organizzare la protesta di Torretta Antonacci aveva reclutato alcuni migranti di Borgo Mezzanone".

Scontro in Sinistra Italiana. E Bonelli lo scarica

Ma intanto la vicenda sta assumendo anche i caratteri di uno scontro politico nella sinistra. Riporta il Corriere della Sera: «Chi ha scelto di candidarlo deve assumersi per intero la responsabilità politica di ciò che era prevedibile che accadesse ed è accaduto» scrivono i dirigenti di Sinistra italiana Edoardo Biancardi, Stefano Ciccone, Elena Fattori, Sandro Fucito, Claudio Grassi, Alessia Petraglia, Serena Pillozzi, Antonio Placido e Silvia Prodi. Ce l’hanno con Nicola Fratoianni. Ma lui tira dritto: «Aboubakar era un simbolo. Che una parte della minoranza interna usi questo tema non merita commenti»".

A scaricarlo è stato Angelo Bonelli. “Turbato, amareggiato, profondamente ferito dal punto di vista, più che politico, umano per questa vicenda”. Così, in una intervista a Radio Popolare, si descrive Angelo Bonelli, leader dei Verdi, che insieme a Sinistra italiana aveva candidato Aboubakar Soumahoro alle elezioni politiche. “Le risposte date da Soumahoro non sono sufficienti allo stato attuale, dovrebbe essere lui il primo a dare risposte più compiute, cosa che non ha fatto, quello che dovevamo dirgli lo abbiamo detto, abbiamo accettato la sua autosospensione”, dice ancora Bonelli che vede un problema ancora più serio nel rischio che alcune battaglie, come quella contro lo sfruttamento dei migranti, perdano di credibilità: “E’ un problema serio, va fatta una riflessione seria, abbiamo una situazione in cui i diritti dei migranti sono sempre più calpestati e chi ha sempre condotto una battaglia, mi riferisco alla destra, per metterli all’angolo con motivazioni inaccettabili, ora usa in maniera speculare questa vicenda, su cui dobbiamo aprire una riflessione. Per questo, prosegue Bonelli, Soumahoro dovrebbe essere il primo a dare risposte che finora non ha dato”.

Alla domanda se, alla luce di ciò che è accaduto, non sia un errore per i partiti candidare persone che rappresentano con la loro storia delle battaglie civili, il leader dei Verdi, risponde di no: “Sono candidature importanti, la politica deve dare una rappresentazione di quei mondi che qualcuno a vario titolo chiama società civile, la storia politica del Parlamento italiano è piena di casi importanti di personalità simbolo di battaglie per i diritti civili e culturali. Il tema è che dovrebbe esserci, e qui non c’è stata, una sincera comunicazione da parte di chi si candida a dire io ho un problema di questo genere, valutate voi. Questo non è accaduto - continua Bonelli - è una questione che non attiene la via giudiziaria, è una questione che attiene alla politica e ad una comunità che ti sta facendo una proposta di candidatura. Se io avessi una moglie che ha una società che opera nelle energie rinnovabili e venisse indagata perché ha corrotto il ministero dell’Ambiente e io sono il leader dei Verdi, ho il dovere di dire al partito che mi vuole candidare che ho questo problema, per rispetto ad una comunità che ha proposto il tuo nome. Quello per cui mi sento profondamente ferito è proprio questo, ferito, più che dal punto di vista politico, umano, perché si omette di dire tutto. Io non posso credere che la moglie non parli con il marito di questo".  

 

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