"Strage a Firenze? Imprese a caccia di risparmio e operai incapaci". Le cause

Aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo aggravato. Che cosa ha portato alla morte di cinque persone? Parla l'ingegner Gotti. Intervista

di Eleonora Perego
Cronache

Strage nel cantiere di Firenze, l'ingegnere ad Affari: "Il nostro è un mercato che punta al ribasso dei costi. E gli operai..."

È nato prima l’uovo o la gallina? Sembra una domanda banale, ma la risposta potrebbe riservare delle sorprese, soprattutto se si pensa allo scarico di responsabilità che sta iniziando a prendere piede tra le 61 aziende (tra appaltate e subappaltate) coinvolte nel tragico crollo avvenuto nel cantiere Esselunga di via dei Mariti a Firenze venerdì pomeriggio.

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“In quel cantiere ci siamo trovati davanti a molte criticità” ha dichiarato in un incontro stampa il procuratore di Firenze Filippo Spiezia. Un esempio? “Otto lavoratori provenivano da tre aziende diverse”. Tante le domande, poi, attorno alla trave lunga 20 metri e pesante 15 tonnellate che ha ceduto, e venuta giù all’improvviso. È stata progettata male? Realizzata male? Posata male? Era di materiale scadente? L’attenzione degli inquirenti è tutta per i motivi che hanno causato il cedimento, oltre che il ruolo giocato da coloro che si sono occupati di assemblare travi e piloni, e le società che si sono dedicate della gettata di cemento (venuta giù con tutto il resto) all’ultimo piano dell’edificio in costruzione. Uno dei punti più importanti da chiarire è se la trave sotto accusa fosse stata o meno posizionata al momento del crollo, quando soprattutto altri operati avrebbero avviato la gettata di cemento nella stessa area. E ancora, se si possono riscontrare alcune falle nella sicurezza all’interno del cantiere e/o delle mancanze nella catena dei controlli.

Affaritaliani.it ha interpellato l’ingegnere civile Gherardo Gotti, molto attivo sui social, per “entrare” a gamba tesa nel mondo dei cantieri edilizi di “grandi opere” e approfondire che cosa può aver portato al tragico epilogo in cui sono morte cinque persone.

Ingegnere, ci può illustrare brevemente lo stato del cantiere Esselunga?

La struttura non è complessa, in quanto si tratta di pilastri e travi con una disposizione regolare. I travetti appoggiano sulle travi, mentre le travi appoggiano sui pilastri. Dall’analisi del video che è stato mostrato dai media, si nota che la parte destra, ad est, è crollata poco dopo la parte sinistra ad ovest.

Le travi, compresa quella ceduta, hanno tutte le staffe estradossali a vista, pertanto era prevista una fase di getto successiva.


 

“Se crolla una trave è un problema strutturale, non di formazione nel cantiere” ha dichiarato Edoardo Ciardi, che è menzionato come “responsabile dei lavori ai sensi del Dlgs 81/2008”. Ma la ditta che l’ha fabbricata, la RDB Italprefabbricati, ha dichiarato che la trave non era ancora in posa quando è stato dato il via alla gettata di calcestruzzo… Si può capire che cosa è successo?

Nella foto seguente si nota una pompa, così come è evidente del bagnato sulla trave, che a mio avviso è proprio calcestruzzo. Quindi in quel momento stavano gettando. È però difficile capire se la posa fosse già stata completata oppure no al momento del getto.


 


 

Ma c’è di più, perché il problema potrebbe anche essere nascosto in un piccolo particolare giornalisticamente meno sensazionale).

Cioè?

Partiamo con il dire che, come anche ricostruito dai media, gli elementi (travi, pilastri, solai ecc.) arrivano in cantiere già realizzati (prefabbricati appunto). Gli elementi vengono realizzati in stabilimento, in un ambiente controllato, con una qualità che è migliore rispetto alle costruzioni in C.A. gettate in opera.

Quindi sarebbe praticamente da escludere una responsabilità della ditta fabbricante della trave, o un problema di scarsa qualità del materiale?

Si può anche escludere che in questo specifico caso si sia trattato di un problema di qualità del materiale utilizzato per costruire la trave. La complessità dell'opera riguarda l'assemblaggio, ovvero quando questi monoliti devono essere uniti e montati in cantiere. Le travi vengono collegate, e prima ancora posate, su delle apposite mensole (cerchiate nella foto)

Queste mensole devono essere in grado di reggere il carico della trave, ed è semplice capire che una loro rottura porta ad una perdita di appoggio, ovvero al collasso della trave.

Potrebbe essersi verificata questa situazione anche a Firenze, per motivi che sono da accertare.


 

Ma può affermare che ci sia una sola responsabilità in questa tragedia?

E' più probabile ci sia stata una serie di concause che hanno portato al crollo della trave e dell’impalcatura.

Ci sono parti più deboli in queste strutture?

Certamente un “nodo” è sempre una zona delicata, perché deve trasmettere tutti i carichi che ci sono. È sempre più delicato fare un nodo che il resto della struttura.

Crollo Firenze: il pm, 'diverse criticità nel cantiere' 

Sulla dinamica del crollo nel cantiere di via Mariti "è prematuro dire qualcosa" ma "il dato molto empirico che ci siamo fatti da un primo sopralluogo è che vi fossero diverse criticità, che abbiamo constatato nel momento in cui ci siamo portati nel cantiere". Lo ha detto il procuratore di Firenze Filippo Spiezia nell'incontro con i media senza voler aggiungere altro rispetto alle condizioni del cantiere.

Il procuratore Spiezia ha anche annunciato che farà lui stesso un altro sopralluogo nel cantiere di via Mariti e ha chiesto "il massimo riserbo" sulle attività investigative in corso. 

"Il problema è di abbinare i nomi ai corpi, quindi si è iniziata anche una complessa attività di identificazione su ciò che resta di questi poveri operai, che sono stati travolti da strutture imponenti per peso e cemento". Lo ha detto il procuratore capo di Firenze, Filippo Spiezia, in un incontro coi giornalisti aggiungendo che l'identificazione legale dei cadaveri del cantiere di via Mariti "è stata avviata con l'ausilio di esperti e richiede competenze specifiche, anche di tipo genetico perché questi corpi sono davvero in condizioni drammatiche".

"Attraverso i documenti di cantiere abbiamo i nomi di chi doveva trovarsi nel cantiere in quel momento e abbiamo motivo di ritenere che siano le persone disperse e decedute, tuttavia sappiamo i nominativi ma non sappiamo abbinarli", ha anche detto Spiezia rispetto all'identificazione legale in corso. Oltre agli otto operai che risultano morti e feriti, secondo il procuratore stava lavorando nel cantiere "almeno un'altra decina di operai ma dobbiamo completare le ricostruzioni".

È possibile che il problema sia anche in altri punti della struttura quindi?

Al momento non si può sapere, certamente sarebbe opportuno controllare anche le altre parti non oggetto del crollo.

È emersa una fitta rete di appalti e subappalti. La complessa gestione dei rapporti e del personale può avere inciso?

Dipende sempre dal tipo di errore, anzitutto. Se l’errore è stato progettuale, beh, la colpa è del progettista. Sicuramente il fatto che vi siano diversi appalti e sub-appalti non aiuta. Ma questo mondo funziona così, ad oggi.

In che senso?

Funzioniamo come Amazon. C’è qualcuno che compra le cose a prezzo stracciato e le rivende a prezzo più alto. È prassi, inoltre, in cantiere, che si spacci la patata bollente tra di loro. Se c’è una catena di controllo? Sicuramente il direttore dei lavori architettonico gestisce tutta la parte delle finiture, impianti, strutture… ma in primo piano c’è il direttore dei lavori strutturali. È lui che doveva controllare che le cose fossero fatte in una certa maniera, e non è facilitato dal fatto che ci siano coinvolte più aziende.

È emerso anche che alcuni operai non erano regolari… La formazione e la competenza quanto può contare?

Non faccio di tutta l’erba un fascio, ma ci sono tanti operai che non sanno assolutamente nulla di strutture, non sono preparati. Capita che il direttore dei lavori si trovi a dover gestire maestranze che non hanno le competenze adatte. A me personalmente è capitato di dover interagire con operai che non sapevano parlare italiano. Nulla in contrario, ci si adatta, ma rimane una situazione paradossale se si pensa che sono le mani che devono far sì che gli edifici non crollino.

Un quadro poco edificante quello che mi ha descritto. Come si prevengono gli incidenti allo stato dell’arte?

La normativa c’è, ed è molto cautelativa in questo senso… Ma poi nella pratica il direttore dei lavori si trova anche a dover gestire imprese il cui unico scopo è quello di risparmiare a scapito della buona realizzazione delle opere. Ci sono tantissime imprese ben preparate e competenti, ma la caccia al prezzo più basso a scapito della qualità porterà ad una situazione destinata a peggiorare se non si interviene celermente.

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