Strage migranti, oltre 60 morti. Piantedosi: "Non dovevano partire"
Aumenta il numero delle vittime del naufragio avvenuto in Calabria. Il governatore Occhiuto: "Rafforzare la cooperazione". Le storie
Strage di migranti a Crotone, Piantedosi: "La disperazione non giustifica le condizioni di viaggio"
“La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli". Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi risponde così ai cronisti che gli chiedono della tragedia avvenuta tra il 25 e il 26 febbraio in Calabria, a margine di un convegno dell’Anci. “Dobbiamo avere la consapevolezza di dover rinnovare l’alleanza tra sindaci, autorità di pubblica sicurezza e Viminale, un’alleanza capace di andare oltre lo stesso tema delle polizie locali". E ancora: "In queste condizioni non dovevano partire"; proprio su queste parole Piantedosi è stato chiamato dalle opposizioni a riferire in aula sul naufragio e sulle politiche del governo.
Strage migranti a Crotone, aumenta il numero delle vittime. Fermati tre presunti scafisti
Vanno avanti, nel frattempo, le ricerche delle vittime del naufragio; ricerche coordinate dalla Capitaneria di porto di Crotone con l'ausilio del Reparto aeronavale della Guardia di finanza e dei Vigili del fuoco e che già hanno portato al recupero di numerosi cadaveri, che fanno salire la conta delle vittime a 63. Ancora incerto il numero complessivo dei migranti che viaggiavano sul barcone, che secondo le testimoianze dei profughi si aggirerebbe sulle 200 persone. Le motovedette della Guardia costiera sono coadiuvate dal gruppo sommozzatori mentre si è alzato in volo anche un aereo della stessa Guardia costiera. Nel frattempo, sono stati fermati altri tre presunti scafisti, che si aggiungono a quello di nazionalità turca; la loro posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti.
Il procuratore crotonese Capoccia ha nel frattempo dichiarato: "Stiamo anche vedendo di ricostruire la catena dei soccorsi ma non ci sono indagini su questo. E stiamo ripercorrendo tutti i passaggi dall'avvistamento in poi per ricostruire cosa è stato fatto e confrontarlo con quello che si doveva fare che sembra sia stato fatto. Di sicuro le condizioni del mare erano terribili". Omicidio, disastro colposi e favoreggiamento dell'immigrazione clandestini: questi i reati per i quali procede la Procura di Crotone.
Strage di migranti, Crosetto: "Tragedia enorme, l'Ue deve far sentire la sua voce".
“È un’enorme tragedia quella avvenuta sulle coste calabresi. Un bilancio drammatico che sale di ora in ora. Le immagini delle persone scomparse, tra cui anche bambini e neonati, stringono il cuore. Si tratta di un’ennesima ferita all’umanità di tutti noi”. Così in una nota il Ministro della Difesa Guido Crosetto, che sottolinea la necessità di fermare gli scafisti. "Il dramma delle troppe vite umane sacrificate, per mero profitto, dai trafficanti di uomini e donne, meritano rispetto e dolore ma anche rabbia e reazione. Gli scafisti senza scrupoli vanno contrastati in ogni modo, con una risposta corale, seria, strutturata, che tolga loro la possibilità di sfruttare la povertà, le guerre, i cambiamenti climatici, per i loro biechi interessi".
"L’Europa – ha aggiunto il Ministro della Difesa – deve far sentire la sua voce e deve essere una voce unica, corale, condivisa tra Stati e Istituzioni, battendosi per la pace ovunque, investendo nella crescita dei paesi più poveri, offrendo asilo e possibilità di ingresso strutturati, controllati, legali e gratuiti, facendo accordi con i Paesi di partenza dell’immigrazione illegale. Non dobbiamo più permettere il ripetersi di simili tragedie e nessuno può girarsi dall’altra parte. L'Itlaia è la porta del Mediterraneo ma le sue frontiere sono le porte di tutta l’Unione europea”.
Strage di migranti a Crotone, Occhiuto: "Rafforzare le misure per il soccorso in mare"
"In Calabria i migranti li vediamo sbarcare quotidianamente, e li soccorriamo, evitando di considerarli un problema. Tante volte si tratta di bambini e di donne che scappano da Paesi in guerra e che cercano una vita migliore. Le vittime di questa sciagura hanno pagato migliaia di euro per inseguire un sogno che, purtroppo, li ha condotti alla morte". Lo ha affermato il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, intervenendo ad "Agorà", su Rai 3, in merito al naufragio di Steccato di Cutro. "L’imbarcazione, lo ha detto il ministro Piantedosi, che ringrazio per essere subito venuto in Calabria, è stata segnalata da Frontex intorno alle 22.30 di sabato sera. Era partita una motovedetta della Guardia di Finanza, ma è dovuta rientrare in porto a causa del mare forza 7, una condizione di oggettiva difficoltà". "Questo però ci dice che vanno rafforzati gli strumenti e le misure per il soccorso dei migranti. Nel 2023 l’Europa e i Paesi coinvolti da questi fenomeni devono essere in grado di effettuare, in ogni condizione, salvataggi in mare", ha concluso il governatore.
Strage di migranti a Crotone, le testimonianze dei sopravvissuti
La salvezza era lì, a portata di mano, - si legge sul Corriere della Sera - nel buio delle quattro del mattino. A bordo c’era un numero ancora adesso imprecisato di persone: qualcuno parla di 180, altri di 250. Uomini, donne e tanti bambini. I più afghani, pachistani, siriani, ma anche iraniani, somali e palestinesi. Il numero che si impone è quello dei morti recuperati: 59 — 30 uomini e 29 donne, tra loro 14 fra bambini e ragazzini, che potrebbero andare ben oltre i 100 secondo una prima stima fatta dopo aver parlato con gli stessi migranti. E poi ci sono i sopravvissuti: 81, secondo il bilancio della serata.
"Era buio, saranno state le cinque circa. A un tratto gli scafisti, - racconta un migrante che si è salvato - quattro in tutto, mentre eravamo a cinquecento metri dalla riva, hanno scorto delle luci, fasci provenienti da torce che illuminavano l’oscurità verso l’alto. Si sono spaventati, hanno pensato che fossero le forze dell’ordine che li aspettavano. Allora hanno cambiato rotta per approdare da un’altra parte. Ma c’era da far presto, aumentare la velocità: l’unico modo è stato quello di alleggerire il peso a bordo. Così hanno gettato gente in mare tra le onde che intanto sballottavano il motopeschereccio. Almeno venti persone". Altri dettagli li ha raccontati, in mattinata, una pakistana ventunenne minuta, intabarrata in una coperta termica che ne avvolgeva un’altra più spessa, in stoffa. "Abbiamo sentito un rumore fortissimo. Poi la barca si è spezzata a metà, forse passando sopra uno scoglio: io ero abbracciata a mio marito, ci siamo ritrovati in mare, lui non l’ho più visto".