Taxi, 20anni senza nuove licenze. A Roma 1,3 mln di chiamate inevase al mese

A sei mesi dal decreto Salvini-Urso, non si registra nessun aumento delle concessioni. Le leggi ci sono ma i tassisti fanno ostruzionismo e non cambia mai nulla

Di Redazione Cronache
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Lunghe attese per i taxi
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Licenze taxi, tutto fermo da 20anni. Le lobby e l'ostruzionismo per non far cambiare le regole

In Italia, tra i tanti problemi, c'è anche quello legato ai taxi e in particolare alle licenze. Le norme che avrebbero dovuto mettere più auto in circolazione, emanate dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini e da quello delle Imprese Adolfo Urso, risalgono ad agosto 2023. Ma ancora non si muove nulla. Per legge - si legge nel Dataroom di Milena Gabanelli su Il Corriere della Sera - sono i Comuni ad avere il compito di stabilire quante licenze servono e di rilasciarne di nuove a titolo oneroso o gratuito. A Milano l’ultima volta che il sindaco è riuscito a incrementarle risale al 2003, concedendo le licenze senza farle pagare ai tassisti vincitori del bando. Oggi il capoluogo lombardo conta 4.855 licenze. Le chiamate inevase, cioè quelle di cittadini che telefonano per avere un taxi ma non lo trovano, oscillano intorno alle 500 mila al mese, con punte del 40% sul totale delle richieste. A Roma non avviene dal 2005, e la scelta è sempre quella di rilasciarle a titolo gratuito. La Capitale oggi conta 7.692 licenze. Lo scorso luglio le chiamate andate a vuoto sono state 1,3 milioni, il 44% del totale. Insomma la legge che regola la materia, la 21 del 1992, viene decisamente poco utilizzata, almeno dai Comuni.

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La usano invece - prosegue Il Corriere - i tassisti: chi ha una licenza da più di 5 anni, o ha compiuto i 60 anni, o per malattia, può indicare al Comune il soggetto a cui trasferirla. In caso di morte può essere trasferita a uno degli eredi, o a chi indicato da loro. Nella pratica il titolare di licenza decide a chi venderla e a quale prezzo: i valori di mercato oscillano fra 150-200 mila euro. Di qui la volontà di bloccare qualsiasi iniziativa dei Comuni che, con l’aumento delle licenze, possa in qualche modo deprezzare quelle in circolazione. Eppure le leggi ci sono tutte, ma resta il problema di sempre. Appena i Comuni - conclude il Dataroom di Gabanelli su Il Corriere - provano a mettere mano alla questione per i tassisti è di fatto sempre un no, e bloccano la città. E non vogliono neppure la concorrenza di Uber &C.