Torino, uccise il padre per difendere la madre. Pm in appello chiede 14 anni
In primo grado Alex Pompa era stato assolto. Per i giudici si trattò di legittima difesa in una "lotta ingaggiata per sopravvivere"
Torino, il pm chiede per il ragazzo che ha ucciso il padre per legittima difesa 14 anni. Il caso
Il 30 aprile del 2020 uccise il padre violento a coltellate. Oggi (22 marzo) davanti alla corte d'assise il pm ha chisto per Alex Cotaia (che ha cambiato il cognome da Pompa) quattordici anni di carcere. Il ragazzo di Collegno ha compiuto il gesto per porre fine alle violenze di Giuseppe Pompa, che si riversavano sulla mamma e il fratello. In primo grado Alex era stato assolto per legittima difesa. Il pm Alessandro Aghemo ha chiesto di riconoscere solo la semi infermità, quindi con una riduzione di pena a 14 anni, confermando in pieno la sua impostazione già evidenziata in primo grado.
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Secondo quanto si apprende, il pm ha evidenziato (senza sollevare formalmente) il tema dell’impossibilità di operare ulteriori riduzioni di pena per altre attenuanti, come le attenuanti generiche, che dal 2019 non possono più consentire riduzioni di pena per reati nei confronti di un congiunto. "Non mi sono sorpreso nel sentire le conclusioni" del pm Alessandro Aghemo "perché ricalcavano ciò che aveva già scritto nel suo atto d’appello". Il 12 aprile la parola passa alla difesa "e chiederemo la conferma della sentenza di primo grado" ha detto il legale di Alex, Claudio Strata.
Il caso di Cotoia interessò l’allora ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, poiché il giovane pochi mesi dopo il delitto avrebbe dovuto sostenere la maturità, cosa che gli fu concessa in presenza nonostante si trovasse ai domiciliari.