Roma: arrestato il boss Daniele Carlomosti con tutta la sua gang
Anche Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, uno dei narcos più potenti della Capitale, lo rispettava molto
In totale, sono 14 le persone arrestate dai Carabinieri della Capitale
Ieri i carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci, su richiesta della Dda di Roma, hanno arrestato Daniele Carlomosti insieme ad altre 13 persone. Per l'accusa, lui era il capo di un'organizzazione criminale di spessore, in grado di importare droga dal Marocco e di essere spietato con i rivali.
Anche il re del Mondo di Mezzo, Massimo Carminiati teme il boss, tanto che in una intercettazione nel 2013, al suo braccio destro Riccardo Brugia, riferisce: "Quelli sò brutti forti compà". Sempre secondo l'accusa, la banda in questione, ha addirittura allestito in un appartamento della zona Collatina, a Roma, una stanza di teli di plastica e l'ha trasformata in una camera delle torture, dove seviziare per ore chi non pagava i debiti di droga.
Tra gli arrestati figura anche Armando De Propris, imputato nel processo per l'omicidio di Luca Sacchi e successivamente assolto. Questo era stato accusato di essere il proprietario dell'arma utilizzata dal figlio Marcello e da altri due pusher, per uccidere il personal trainer romano nel 2019. Secondo gli inquirenti, già nove anni fa Carminati sosteneva fosse necessario trovare un'intesa con la banda di Daniele Carlomosti per evitare problemi. A tal proposito, i carabinieri del Ros avevano annotato diversi incontri, quasi tutti nei bar alla moda del quartiere Parioli, di Roma.
Non solo Daniele Carlomosti e il suo entourage erano molto rispettati anche da Fabrizio Piscitelli, conosciuto come Diabolik, uno dei narcos più potenti della Capitale, ucciso con un colpo di pistola al parco degli Acquedotti. In particolare, lui aveva chiesto a Carlomosti l'autorizzazione per terrorizzare un debitore e aveva affari con la banda.