Trieste, caso Liliana Resinovich: ecco come è morta, l'esito della perizia
Nessuna chiara evidenza di azione di terzi, ma le tracce suggeriscono "una morte asfittica di tipo spazio confinato (plastic bag soffocation)"
Trieste, caso Resinovich: arriva la relazione della procura sulla morte di Liliana
Sono arrivate le conclusioni dei consulenti del pm, Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, sulla morte di Liliana Resinovich, la pensionata 63enne di Trieste scomparsa da casa lo scorso dicembre e ritrovata senza vita il 5 gennaio nel comprensorio dell'ex Ospedale pschiatrico provinciale della città giuliana.
Conclusioni che giungono all’esito del confronto con i consulenti nominati dalle altre parti, e resi noti dal procuratore di Trieste, Antonio De Nicolo: “La morte di Liliana può farsi risalire, in base agli elementi disponibili, ragionevolmente a 48-60 ore circa prima del rinvenimento del cadavere”, e “non presenta evidenti lesioni traumatiche possibili causa o concausa di morte”.
Morte Resinovich, la procura: il cadavere non evidenzia azione esterne
È stata registrata anche “l'assenza di solchi o emorragie al collo, e di lesioni da difesa, con vesti del tutto integre e normoindossate, senza chiara evidenza di azione di terzi”. Gli aspetti cadaverici macro e microscopici “suggeriscono – precisa la nota – una morte asfittica di tipo spazio confinato (plastic bag soffocation), senza importanti legature o emorragie presenti al collo”.
Ancora nulla di definitivo, però, come sottolinea lo stesso procuratore: “All'esito della ragionata disamina complessiva di tutte le risultanze dell'indagine – rappresentate sia dalle altre consulenze effettuate sia dalle investigazioni compiute in tutte le possibili direzioni dalla polizia giudiziaria – si valuterà se le indagini preliminari possano dirsi completate o se invece siano opportune ulteriori attività onde non lasciare nulla d'intentato per fare piena luce sull'episodio”.