Tv o video come babysitter per i figli? Si rischiano forti ritardi cognitivi

Lo studio giapponese che mette in guardia i genitori. Bambini di un anno esposti a più tempo sullo schermo hanno maggiori possibilità di ritardi nello sviluppo

di Antonio Amorosi
Cronache

Non usate le tecnologie per sedare i vostri figli: c'è il rischio di ritardi cognitivi

Se la tv o i video fanno da babysitter ai vostri figli c'è una maggiore possibilità che sviluppino un ritardo cognitivo. E’ la scoperta di “Screen Time at Age 1 Year and Communication and Problem-Solving Developmental Delay at 2 and 4 Years”, un nuovo studio su 7.097 bambini, pubblicato da ricercatori giapponesi lunedì scorso sulla rivista The Journal of American Medical Association (JAMA) Pediatrics.

Una ricerca davvero dirimente perché utilizza un campione elevato di soggetti e verifica la condizione di bambini seguiti per un lungo periodo. In più lo studio va ad affrontare un campo, i bambini in tenerissima età, nel quale c’è pochissima letteratura di settore.

Emerge che più di quattro ore di schermo al giorno, nei bambini di un anno, possono procurare ritardi nello sviluppo. I problemi si manifesteranno poi tra i 2 e 4 anni di età perché i bimbi sono stati meno stimolati ad interagire ma sottoposti solo ad una relazione passiva. Dalla ricerca risulta anche che i bambini più esposti sono risultati i figli delle donne diventate madri per la prima volta, che erano più giovani, con redditi più bassi e con minore grado di istruzione ma anche quelle donne che hanno sofferto di depressione postpartum

La difficoltà ad avere risorse economiche, l’impossibilità di essere circondati da parenti o da comunità di aiuto, la vita frenetica dipendente dal lavoro induce molte persone, per giunta sole, a scegliere gli schermi per tenere occupati i minori in tenera età. Ma consegnare al tuo bambino un telefono o un tablet con cui giocare non è innocuo. Chi è stato esposto a più di 4 ore al giorno ha fino a tre volte più probabilità di subire ritardi nello sviluppo nelle capacità di comunicazione e di risoluzione dei problemi.

I dati riportano però che solo il 4% dei bambini è stato esposto agli schermi per 4 o più ore al giorno, mentre il 18% aveva da due a meno di quattro ore di schermo al giorno, e la maggioranza ha avuto meno di due ore.

I bambini studiati e le loro madri facevano parte di uno studio su tre generazioni del progetto Tohoku Medical Megabank con sede in Giappone, che ha reclutato bambini da 50 cliniche ostetriche e ospedali nelle prefetture di Miyagi e Iwate, tra luglio 2013 e marzo 2017.

Nel particolare la ricerca fa anche vedere che coloro che hanno trascorso quattro o più ore con gli schermi hanno 4,78 volte più probabilità di avere capacità comunicative sottosviluppate, 1,74 volte più probabilità di avere limitazioni alle capacità motorie e due volte più probabilità di avere abilità personali e sociali sottosviluppate entro i 2 anni. All'età di 4 anni queste due ultime limitazioni scompaiono e il rischio rimane solo nelle categorie di comunicazione e di risoluzione dei problemi.

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I bambini imparano a parlare se sono incoraggiati a parlare e molto spesso, se stanno solo guardando uno schermo, non hanno l'opportunità di esercitarsi a farlo,” ha spiegato alla CNN John Hutton, professore associato di pediatria generale e comunitaria presso il Cincinnati Children's Hospital Medical Center, che non è stato coinvolto nello studio, “potrebbero sentire molte parole, ma non si esercitano a dire molte parole o avere molta di quell'interazione”.

La lontananza dalle interazioni sociali e dalle relazioni interpersonali procura sempre un danno, ancora di più nei bimbi piccoli in un’età più delicata della crescita. L’uso delle tecnologie e la visualizzazione dello schermo passivo può richiedere molto tempo lontano dalle interazioni. Non a caso la presenza di un genitore che guarda il video col bambino ne mitiga l’effetto negativo poiché vi è un qualche tipo di interazione a supporto della visione.

Inoltre lo schermo o il tablet usati per gestirli e quindi pacificare le loro emozioni negative può impedire loro quella fase dello sviluppo che passa attraverso il vissuto di esperienze di disagio, di noia, di silenzio che sono fondamentali nella crescita dell’individuo.

Uno dei problemi più evidenti è l’errore genitoriale di pensare che i video trasmessi per i bimbi avendo informazioni sull'alfabeto, i colori, i numeri o gli animali siano naturalmente adatti al loro apprendimento ma muoversi nel mondo reale, in un contesto di imprevedibilità, sviluppa sempre una maggiore creatività e capacità di soluzione dei problemi e così l’interazione e lo sviluppo tradizionale dei rapporti umani.

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