Vaccino Scanzi, nelle intercettazioni i medici si augurano la morte di Giletti
La procura di Arezzo ha chiesto l'archiviazione per il caso della "fila saltata" da parte del giornalista Andrea Scanzi
Vaccino Scanzi, il pm chiede l'archiviazione del caso ma il Codacons si oppone
Era marzo 2021 quando il giornalista Andrea Scanzi finì sotto i riflettori dei media (e gli insulti della rete) per essersi vaccinato "saltando la fila" con la prima dose di Astrazeneca presso l'hub vaccinale del Centro Affari e Fiere di Arezzo. Domani, 3 dicembre, è attesa la resa dei conti davanti al gup di Arezzo Giulia Soldini: l'udienza deciderà il futuro dell'inchiesta avviata sul caso della vaccinazione di Andrea Scanzi. Il sostituto procuratore Marco Dioni ha presentato una richiesta di archiviazione, a cui si è opposto il Codacons, parte offesa nel procedimento.
In alcuni passaggi delle intercettazioni pubblicate fra Scanzi e il medico dell'Asl, si legge: "Una troupe è venuta in ambulatorio per intervistarmi, ma non c’ero… una giornalista mi sta cercando telefonicamente". "Non rispondere se vuoi un consiglio, sono venuti anche da me". I due si scambiano dritte per sfuggire alle telecamere. "Ora sono sotto casa mia… avendolo previsto non mi sono fatto beccare. Ma sono ancora qui che aspettano", si lamenta Romizzi. "Tieni duro… sti pezzenti", risponde Giglio. Il 7 aprile, infine, il medico di base di Scanzi scrive ancora a Giglio. "Oggi sono tornati a cercarmi in ambulatorio, li ho evitati per un pelo". Il 19 aprile invia a Giglio un link in cui veniva data notizia del malore di Giletti in diretta, "Dio c’è… ma poco".
In particolare, la procura, pur ravvisando che all'epoca in cui avvenne la somministrazione Scanzi non rientrava in alcuna categoria vaccinale e dunque non aveva diritto ad anticipare la prima dose, ritiene che dal punto di vista giuridico-legale non sia configurabile alcun reato, ''trattandosi di fatti a base colposa e non sussistendo alcuna violazione di legge, ma solo di linee guida o raccomandazioni''.'
"Sulla scorta delle linee guida e delle raccomandazioni - si legge nella richiesta del pm - in realtà Scanzi non aveva diritto di essere vaccinato (non rientrando in alcuna delle categorie indicate nelle linee guida)'', ma, si sottolinea, ''in quel momento la situazione era particolarmente confusa, posto che la vaccinazione Astrazeneca era stata sospesa temporaneamente, che la campagna vaccinale stentava a decollare e che poco prima il commissario straordinario aveva pubblicamente detto che si doveva evitare lo spreco di ogni singola dose e vaccinare chiunque fosse disponibile''.
L'assenza di reato si evince anche, secondo la ricostruzione della procura, dal fatto che Evaristo Giglio, il medico della Usl di Arezzo che si occupò di trovare a Scanzi il posto per la vaccinazione il 19 marzo 2021, ''sia in sede di indagine interna che di indagine conoscitiva della Procura della Repubblica, ha sostenuto di essere incorso in errore ritenendo che Scanzi appartenesse realmente alla categoria dei 'caregiver' (a tal proposito ha esibito una certificazione 104 a carico di soggetto che presenta omonimia con la madre di Scanzi, a dimostrazione del fatto di essere incorso in errore)''.
Ad analoga conclusione il pm è arrivato per i medici che hanno deciso la somministrazione del vaccino a Scanzi e che sono stati ascoltati come persone informate sui fatti nel corso delle indagini: anche per loro non sono stati ravvisati illeciti penali. Da qui la richiesta di archiviazione del caso.
(Segue...)
Scanzi vaccinato, la bufera scoppiata a marzo 2021
La vicenda risale al 19 marzo 2021, quando, nel tardo pomeriggio, Andrea SCANZI si vaccina con la prima dose di Astrazeneca presso l'hub vaccinale del Centro Affari e Fiere di Arezzo. Il caso è reso noto dallo stesso Scanzi qualche giorno dopo: "Ho fatto il panchinaro del vaccino", scrive il giornalista in un post sui social, accompagnato da un video in cui racconta le circostanze dell'avvenuta inoculazione spiegando di averla effettuata in quanto 'caregiver', ovvero come assistente designato della madre malata e bisognosa di cure in base alla legge 104.
L'annuncio social suscita immediate polemiche e critiche, con l'accusa al giornalista aretino di aver saltato la fila togliendo un posto a soggetti fragili con priorità ad essere tutelati dalla copertura vaccinale. Con il montare del clamore mediatico, Scanzi torna sulla vicenda in un post successivo sottolineando che "dopo l'ordinanza del generale Figliuolo, che ribadiva di dover usare a fine giornata tutte le dosi a qualsiasi costo e di non sprecarne neanche mezza, ho detto al mio medico di base la frase: 'Se avanza una dose a fine giornata, non la vuole nessuno e la buttate via, io ci sono.
Nel rispetto della legge e senza scavalcare nessuno (ci mancherebbe!)'". In seguito alle polemiche, la Asl Toscana Sud Est, tramite il direttore generale Antonio D'Urso, consegna alla Procura i risultati dell'ispezione interna relativa alla vicenda.
Dopo lo svolgimento di verifiche interne alla Asl, il successivo 22 marzo la Procura di Arezzo apre le indagini, pur senza iscrivere nessuno nel registro degli indagati. Dall'attività condotta dai carabinieri del comando provinciale aretino emerge che, all'epoca in cui è avvenuta la somministrazione a Scanzi, il giornalista non aveva effettivamente alcun diritto alla vaccinazione perché non rientrava nelle categorie per cui era aperta la campagna regionale, non essendoci ancora la possibilità di prenotare come 'riserva'. Alla fine dell'indagine la procura ha chiuso il caso chiedendo l'archiviazione, domani la decisione.
Vaccino Scanzi, "Dissi a Usl che volevo vaccinarmi senza rubare posto a nessuno"
Andrea Scanzi, preso a verbale, sottolineò al medico Evaristo Giglio della Usl di Arezzo, con il quale fu messo in contatto dal suo medico curante, la "disponibilità ad essere sottoposto alla vaccinazione sempre nel rispetto delle regole e senza rubare il posto a nessuno, e comunque nell'ambito della gestione degli avanzi di dosi".
Dal verbale visionato da Adnkronos emerge che Scanzi chiese al suo medico curante Roberto Romizi di potersi vaccinare, rappresentandogli "il fatto che viaggiando molto e frequentando luoghi affollati", aveva "il desiderio, appena fosse stato legalmente possibile, di sottopormi alla vaccinazione anti Covid".
Il medico, a quel punto, lo mise in contatto con Evaristo Giglio, direttore di zona distretto Usl Arezzo, che Scanzi chiamò subito e che si dimostrò disponibile. "Mi comunicò che mi avrebbe inserito ma anche che avrei dovuto aver pazienza in quanto tale elenco era molto lungo". Dopo quella prima telefonata, i due si sentirono altre volte in merito alla gestione della vaccinazione del giornalista.
''Dopo aver visto l'intervista del generale Figliuolo resa ad una trasmissione televisiva su una rete nazionale, nella quale aveva ancora una volta ribadito che non vi fossero a fine giornata dosi avanzate di vaccino, mandai un messaggio whatsapp al Giglio rappresentandogli nuovamente la mia disponibilità alla vaccinazione", afferma Scanzi.
Ai carabinieri Scanzi racconta anche di aver ricevuto, il giorno successivo alla vaccinazione, ovvero il 20 marzo 2021, una telefonata da Giglio, preoccupato per il caos mediatico generatosi alla notizia della vaccinazione. Sempre agli investigatori Scanzi racconta: "Alle ore 9.30 del mattino, il Giglio mi chiamò per dirmi che il mio post gli aveva creato dei problemi sia politici che all'interno della Usl di appartenenza - spiega sempre Scanzi- e mi chiese se io assistessi delle persone anziane ed in maniera specifica i miei genitori''.
Il giornalista, a quel punto, sottolinea che "non assistevo i miei genitori ma resi noto che entrambi erano nella condizione di essere considerati fragili per patologie pregresse". Secondo quanto riportato da Scanzi, Giglio apparve sollevato da quella dichiarazione.
"A questo punto lui, evidentemente sollevato da questa mia affermazione mi disse che rientravo a tutti gli effetti tra i 'caregivers' e che la mia vaccinazione non rappresentava più un problema. In effetti nei giorni successivi lui stesso mi ribadì più volte, a fronte delle mie perplessità sopraggiunte di fronte alla polemica mediatica che era nata, l'assoluta correttezza della procedura vaccinale alla quale ero stato sottoposto proprio perché rientrante nella predetta categoria".
Nel successivo passaggio, Scanzi puntualizza a verbale: "Non ho mai assolutamente comunicato al Giglio, prima di essere vaccinato, la condizione di persone fragili nella quale possono essere inseriti i miei genitori. Di tale circostanza ne ho parlato esclusivamente" con il medico di base "nella telefonata del 4 marzo''.
Vaccino Scanzi, informativa CC: "Medico Usl decise il vaccino senza che il giornalista ne avesse titolo"
"Risulta evidente come il 19 marzo 2021 il dottor Giglio Evaristo abbia determinato la vaccinazione di Andrea Scanzi il quale non aveva titolo per potervi partecipare. Infatti le disposizioni in materia rimarcavano la necessità di inserire nelle liste di riserva solo coloro che appartenessero alle categorie ammesse alla vaccinazione".
E' un passaggio delle conclusioni dell'informativa dei Carabinieri di Arezzo svolta nell'ambito del procedimento riguardante la vaccinazione di Andrea Scanzi, avvenuta lo scorso 19 maggio 2021 presso il Centro Affari e Fiere di Arezzo e di cui l'Adnkronos ha preso visione. Sulla vicenda, la Procura di Arezzo ha aperto un'inchiesta senza indagati per la quale è stata richiesta l'archiviazione da parte del sostituto procuratore Marco Dioni.
L'udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione è fissata per domani, 3 dicembre, dinnanzi al Gip del tribunale di Arezzo, Giulia Soldini. Secondo la ricostruzione dei fatti che emerge dall'informativa dei Carabinieri, il responsabile di zona della Usl Toscana sud Est si occupò personalmente di assicurare a SCANZI la prima dose del vaccino Astrazeneca accordandosi direttamente con lui e gestendo in prima persona la situazione.
Si legge infatti nel verbale: "L'ammissione di Scanzi alla seduta vaccinale è stata gestita personalmente da Giglio, che aveva indicato al giornalista tempi e luoghi avendo cura peraltro di passare al luogo della vaccinazione nella tarda mattinata, per affidare il compito di accoglienza e gestione" a un infermiere. Giglio, dunque, secondo i carabinieri, organizzò la seduta vaccinale del giornalista già dalla mattina del 19 marzo 2021, nonostante il regolamento prevedesse la valutazione di eventuali dosi avanzate da somministrare alle 'liste di riserva' solo a fine serata.
"Non risulta poi comprensibile - si legge nell'informativa - come Giglio potesse essere certo che le dosi sarebbero avanzate quel giorno presso l'Hub vaccinale di Arezzo, già dall'ora di pranzo", in considerazione che l'infermiere che Scanzi contattò su sua indicazione all'arrivo nell'hub vaccinale "avrebbe iniziato a valutare la situazione solamente al termine della giornata vaccinale''.
Secondo l'informativa, peraltro, il giorno in cui Scanzi si è vaccinato non risultavano dosi in eccedenza da poter somministrare. "Con riferimento al quesito in delega - si legge infatti nel documento - non risultano il 19 marzo dosi avanzate, tenuto conto che la somministrazione di vaccino Astrazeneca permetteva di usare dosi contenute in fiale già iniziate anche il giorno successivo".
Nell'informativa dei carabinieri letta dall'Adnkronos, inoltre, i carabinieri chiariscono che Scanzi "non risiede con i suoi genitori, i quali sono autosufficienti per stessa ammissione dell'interessato'' e dunque non può essere considerato un caregiver, requisito che invece era essenziale ai fini della vaccinazione nel momento in cui è avvenuta. "Egli non li assiste né nessuno dei due ha mai chiesto di essere riconosciuto come disabile grave, ai sensi della legge 104/1992, art. 3 comma 3", scrivono i carabinieri, evidenziando che "la documentazione presentata dal direttore di zona distretto Usl, dottor Giglio Evaristo, sia nell'ambito dell'istruttoria interna dell'azienda Usl, sia in sede di escussione presso questi uffici, attestante la disabilità grave" della mamma di Andrea SCANZI, corrisponde "ad un'omonima".
Vaccino Scanzi, avvocato giornalista: "Mai indagato, non ha violato alcuna legge"
"Gli accertamenti svolti sulle scelte della struttura sanitaria hanno consentito di concludere per la sostanziale liceità di quelle scelte, che non hanno violato alcuna legge e soprattutto non hanno mai riguardato Andrea Scanzi che, però, è il solo a comparire sull'avviso di fissazione della camera di consiglio, come indagato, non essendolo mai stato, né avendo mai subìto accertamenti e addirittura con l'assegnazione di un difensore d'ufficio".
Ad affermarlo all'Adnkronos è l'avvocato Caterina Malavenda, difensore di Andrea Scanzi nel procedimento riguardante la vaccinazione del giornalista aretino avvenuta il 19 marzo 2021. Procedimento in merito al quale il sostituto procuratore ha chiesto l'archiviazione e per il quale domani, 3 dicembre, è fissata dinnanzi al Gip di Arezzo Giulia Soldini l'udienza di opposizione a tale richiesta.
L'avvocato Malavenda ripercorre con l'Adnkronos le tappe della vicenda: "Andrea Scanzi, il 26 febbraio 2020, in un momento di grande confusione sulla somministrazione dei vaccini, chiede al suo medico curante se poteva essere vaccinato, compatibilmente con le linee guida vigenti, cosa che avverrà solo il 19 marzo 2020, dopo quasi un mese", spiega.
"Nel frattempo, mentre attendeva una risposta, il 15 marzo 2020 il generale Figliuolo aveva ribadito la necessità di non sprecare i vaccini e la somministrazione di Astrazeneca era stato sospeso fino al 18 marzo 2020, quando sarebbe ripresa nella inevitabile diffidenza dei destinatari e con conseguenti defezioni".
A quel punto, nella ricostruzione del suo difensore, Scanzi "fu chiamato il giorno dopo, si presentò in serata, seguendo le indicazioni ricevute e fu vaccinato come riservista. Solo dopo, al momento della registrazione nel sistema Sispc del suo nominativo, si pose il problema della sua collocazione e fu in quel momento ed a sua insaputa che fu inserito nella categoria dei caregiver, cui mai aveva detto di appartenere".
Tirando le somme, "il Gip dovrà assumere le sue decisioni, ma non potrà non prenderne atto", sottolinea con fermezza l'avvocato di Scanzi che conclude: "Le indagini hanno avuto, però, il pregio di fugare ogni possibile dubbio sul comportamento di Scanzi anche se ancora oggi, contro ogni evidenza, viene ricordato come colui che avrebbe approfittato della sua notorietà per esser vaccinato, senza averne diritto".
Vaccino Scanzi, verbale infermiere: "Quel giorno suo nominativo non risultava in lista"
'Quel giorno il nominativo di Andrea Scanzi e dell'avvocato non erano presenti sulla lista cartacea che mi era stata consegnata al mattino''. E' quanto dichiara l'infermiere che accolse Andrea Scanzi il 19 marzo 2021 presso l'hub vaccinale del Centro Fiere e Congressi di Arezzo per la vaccinazione con la prima dose di Astrazeneca, come risulta dalle dichiarazioni rese il 22 aprile 2021 ai carabinieri di Arezzo nell'ambito dell'inchiesta che ne è scaturita. Nel verbale visionato dall'Adnkronos, l'infermiere racconta la procedura che veniva seguita nell'individuazione delle dosi avanzate e della relativa distribuzione dei vaccini. ''Quando arrivo verso la fine della giornata, inizio a valutare quante persone contattare per terminare la fiala in uso, rispettando la lista che mi era stata consegnata al mattino'', spiega.
Per poi raccontare come si svolsero i fatti quel giorno. ''Il giorno 19 marzo -spiega l'infermiere- ricordo perfettamente che nel primo pomeriggio si presentò presso il centro vaccinale il dottor Giglio Evaristo, direttore della zona distretto, il quale mi disse che verso le 18,00/18,30 si sarebbero presentate due persone che andavano vaccinate e mi fornì i nominativi di Andrea Scanzi e di un avvocato donna della quale non ricordo il cognome''.
ù- Le due persone, prosegue, ''vennero regolarmente vaccinate e successivamente, quando le stesse si erano già allontanate dal centro vaccinale, all'atto della registrazione del sistema Sispc, mentre per l'avvocato vi era una categoria specifica ammessa, per lo Scanzi il personale amministrativo non sapeva in quale categoria inserirlo e si rivolse a me per avere delucidazioni.
In quel momento, non sapendo come operare chiamai telefonicamente Giglio per avere indicazioni su come concludere il processo vaccinale e il dottore a questo punto mi chiese quali erano le categorie del menù a tendina che il sistema ammetteva ed io gliele elencai tutte. Al momento in cui pronunciai la parola 'caregiver' il Giglio mi disse di inserirlo tra loro e così feci''. Sulla vicenda del vaccino a Scanzi, la Procura di Arezzo ha aperto un'inchiesta per la quale è stata richiesta l'archiviazione da parte del sostituto procuratore Marco Dioni. L'udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione è fissata per domani, 3 dicembre, dinnanzi al Gip del tribunale di Arezzo, Giulia Soldini.
Vaccino Scanzi, verbale medico Usl: "Ero convinto fosse un caregiver"
"Ricevetti una telefonata da Andrea Scanzi il quale mi rappresentò la sua condizione predetta riguardo ai suoi genitori, che io intesi convivessero con lui. Lo stesso giorno controllai l'effettiva esistenza di requisiti di persone vulnerabili dei genitori dello Scanzi, e riscontrai che mentre il padre non era assolutamente censito, la madre era invece una persona che aveva necessità di essere tutelata in virtù del fatto che era portatrice di un handicap grave ai sensi della legge 104/92, art. 3 comma 3".
Così il dottor Evaristo Giglio, direttore del distretto sanitario di zona Arezzo - Casentino Valtiberina, si esprime nel verbale di sommarie informazioni assunte dai carabinieri di Arezzo che lo hanno ascoltato come persona informata sui fatti nel corso dell'indagine (senza indagati) riguardante la vaccinazione di Andrea Scanzi. Nel verbale del 21 aprile 2021, di cui l'Adnkronos ha preso visione, il medico spiega di essersi convinto che Scanzi fosse un caregiver, ovvero una persona incaricata di assistere una persona non autosufficiente.
"Solo successivamente, dalle notizie che apparirono sui media, mi resi conto che lo Scanzi non era minimamente il badante dei suoi genitori e anche che lui non fosse convivente presso di loro e rimasi molto amareggiato dall'essermi sentito usato e ingannato", dichiara Giglio. Sulla vicenda del vaccino a SCANZI, la Procura di Arezzo ha aperto un'inchiesta per la quale è stata richiesta l'archiviazione da parte del sostituto procuratore Marco Dioni. L'udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione è fissata per domani, 3 dicembre, dinnanzi al Gip del tribunale di Arezzo, Giulia Soldini.
Vaccino Scanzi, medico Usl: "Ci siamo messi in un bel guaio"
"Ci siamo messi in un bel guaio". "Magari vediamoci di persona stamani o domattina". E' questo uno dei passaggi dello scambio di messaggi whatsapp - agli atti dell'inchiesta della procura di Arezzo - tra il medico Evaristo Giglio, della Asl Toscana sud est, che si occupò di inserire Scanzi tra i soggetti vaccinabili, e il medico di base del giornalista, Roberto Romizi, che gli aveva chiesto se fosse possibile per il suo assistito accedere al vaccino. Lo scambio di messaggi avviene alle ore 8.17 del 21 marzo, esattamente due giorni dopo l'avvenuta vaccinazione del giornalista.
I due sanitari, alla luce del clamore mediatico suscitato dalla notizia che Scanzi si fosse vaccinato (resa nota da un post sui social in cui lo stesso Scanzi informava di essersi vaccinato come 'panchinaro del vaccino', ovvero di essere stato inserito nelle liste di riserva), appaiono preoccupati. "Non so se hai visto che Scanzi in un recente post ci ha citati", scrive il medico di base. "Ti giro un carteggio pregresso con lui che potrebbe essere utile". In una conversazione antecedente al vaccino del giornalista, Giglio spiegava al medico di Scanzi: "Non sono ancora riuscito ad inserirlo perché lui è persona nota….lo devo sistemare in condizioni di tutta sicurezza… però non l'ho dimenticato". "Non c'è dubbio…..capisco benissimo ……meglio non rischiare", la replica.
Agli atti anche una serie di scambi di messaggi su whatsapp tra Giglio e Scanzi. Alle 15.43 del 15 marzo, il medico scrive a Scanzi: ''Non prenda impegni mercoledì pomeriggio. Domani le faccio sapere orario. Per precauzioni, vista la sua notorietà, ci spostiamo al distretto di Monte San Savino. Dovrebbero avanzare delle dosi''. Scanzi risponde: ''Va bene. Però ho un impegno improrogabile dalle 15.30 alle 17 (un processo, ndr). Quindi potrei nel tardo pomeriggio'', approvando la proposta di spostarsi in un hub vaccinale meno 'sotto i riflettori': ''Giustissimo Monte san Savino. Grazie'', scrive.
Il medico risponde: ''Credo dopo le 17 … avrei pensato di andare insieme con la scusa di un sopralluogo conoscitivo da parte di un giornale e avanzando la dose si passava al vaccino.…''. Sul caso (senza indagati) del vaccino a Scanzi è stata richiesta l'archiviazione da parte del sostituto procuratore Marco Dioni. Nella richiesta il pm osserva tra l'altro che ''i soggetti interessati sono stati sentiti tutti ed hanno messo a disposizione degli inquirenti la messaggistica whatsapp a dimostrazione della totale assenza di dolo e del fatto di nulla avere da nascondere''. L'udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione è fissata per domani, 3 dicembre, dinnanzi al Gip del tribunale di Arezzo, Giulia Soldini.