Vaticano, il caso Ratzinger spinge la rivoluzione: sì a preti celibi e donne
Monsignor Camisasca: "Manovra anti Ratzinger da dentro la Chiesa, ma Bergoglio non c'entra". Ma lo scandalo spinge le riforme al prossimo sinodo
Lo scandalo pedofilia spinge la rivoluzione vaticana: celibato dei preti
Ripensamento del celibato e del modo di considerare la sessualità, donne in ruoli di responsabilità, formazione dei preti. L’ennesima crisi degli abusi su minori sembra aver dato una spinta a riforme che ora sono sollecitate da alcuni dei cardinali più autorevoli. Lo scrive il Corriere della Sera, secondo cui al centro del prossimo sinodo ci saranno proprio queste riforme "rivoluzionarie" per la vita della chiesa cattolica. "A parlarne è il cardinale lussemburghese JeanClaude Hollerich, 63 anni, gesuita come Francesco, scelto dal Papa come relatore generale al Sinodo che si riunirà in Vaticano l’anno prossimo", spiega il Corriere.
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Rivoluzione vaticana: ruolo per le donne e approccio diverso alla sessualità
In un'intervista a Le Croix-L'Hebdo, Hollerich apre a delle vere e proprie rivoluzioni: Tra i «cambiamenti sistemici», Hollerich parla del celibato: "Chiediamoci francamente se un prete deve necessariamente essere celibe. Ho un’opinione molto alta del celibato, ma è indispensabile? Ho diaconi sposati nella mia diocesi che esercitano il loro diaconato in modo meraviglioso. Perché non avere anche preti sposati?". E ancora. "Se le donne eigiovani avessero avuto più voce in capitolo, queste cose sarebbero state scoperte molto prima". Infine, parla anche di sessualità: "Finora abbiamo avuto una visione piuttosto repressa. Ovviamente, non si tratta di dire alle persone che possono fare qualsiasi cosa o di abolire la moralità, ma penso che dobbiamo dire che la sessualità è un dono di Dio. Lo sappiamo, ma lo diciamo? Non sono sicuro".
Monsignor Camisasca: "Manovra anti Ratzinger da dentro la Chiesa, ma Bergoglio non c'entra"
Nel frattempo, Monsignor Camisasca parla sempre col Corriere della Sera in un'intervista nella quale sostiene che la vicenda che vede coinvolto anche il papa emerito è "una manovra contro Ratzinger. E viene da dentro la Chiesa". E spieg, sempre al Corriere: "Non capisco perché la Chiesa francese e quella tedesca abbiano scelto la strada di commissioni indipendenti, che in realtà indipendenti non sono, perché viziate, almeno in alcuni loro membri, da un pregiudizio anticattolico. Nello stesso tempo, non bisogna mai misurare gli atteggiamenti di decenni fa con quelli che sarebbero doverosi oggi, a partire dalla coscienza più matura della gravità dei fatti e la conseguente sensibilità che si è sviluppata a ogni livello della società. Quando io ero piccolo certe punizioni corporali, ad esempio, non erano ritenute abusi ed erano viste come assolutamente normali. Per fortuna oggi non è più così".
Secondo Camisasca, comunque, Papa Francesco non ha avuto "assolutamente nessun" ruolo nella vicenda. "Non c’è nessuna trama di papa Francesco contro Benedetto. Francesco ha una profonda stima e affetto per il suo predecessore", dice sempre al Corriere della Sera.
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