Vaticano, scoppia la grana dei dipendenti senza tutele: "Tolti soldi dal Tfr"

Ai 49 addetti dei Musei si aggiungono altri lavoratori. La class action che imbarazza Papa Francesco

Di Redazione Cronache
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Vaticano, nessun sindacato a difesa dei lavoratori. Mancano le tutele di base

Sembrava una cosa ristretta a 49 dipendenti dei musei vaticani, ma ora lo scandalo rischia di allargarsi e arriva fino ai piani alti. Aumentano sensibilmente i lavoratori pronti a rivendicare, anche giudizialmente, più tutele lavorative. Al di là delle richieste contenute nell’istanza formale dei 49, notificata nei giorni scorsi al presidente del Governatorato della città-stato, il cardinale Fernando Vèrgez Alzaga, il tema - in base a quanto risulta a Il Corriere della Sera - riguarderebbe, più in generale, il riallineamento complessivo del sistema giuslavoristico vaticano con quello degli altri Paesi europei, più avanzati. Almeno per le tutele di base. Si pensi solo, per esempio, che il Vaticano non riconosce ancora alcun sindacato e i lavoratori non hanno rappresentanza.

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A far esplodere la questione - prosegue Il Corriere - sarebbe stato il Covid. Di fronte all'emergenza pandemica, e in assenza di ammortizzatori sociali, il Vaticano è corso ai ripari con provvedimenti drastici. A novembre 2023 Francesco, con un motu proprio, aveva imposto la sospensione dello scatto di anzianità per il biennio 2021-2023; ma prima ancora la Direzione dei musei e dei Beni culturali, nell’ottobre 2021, aveva addirittura- riporta Il Corriere - emanato il contestatissimo "Avviso debito d’ore" per il quale sulla testa di ogni dipendente, rimasto forzatamente a casa per il lockdown, è stato determinato un "monte ore negativo" da ripagare con trattenute in busta paga. Secondo alcune testimonianze, c’è pure chi, andato in pensione, si sarebbe visto sottrarre dal Tfr fino a 7 mila euro.