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Cronache
Emanuela Orlandi, "Le chat tra Chaouqui e Balda ultime tessere di un mosaico"
PIETRO ORLANDI, EMANUELA ORLANDI E FRANCESCA CHAOUQUI

Emanuela Orlandi, l'avvocato Sgrò ad Affari: "Le chat Chaouqui-Balda sono le ultime tessere di un mosaico. Ecco perchè"

“A settembre dobbiamo far sparire quella cosa della Orlandi e pagare i tombaroli. Di questo devi parlare al papa…Ora che torniamo si lavora all’archivio. E basta giornali e follie varie”. “Archivio”, “tombaroli”, ma anche “georadar” e “telefoni bianchi”: tutte parole contenute nel lungo carteggio virtuale acquisito dalla Commissione d’inchiesta parlamentare sulla sparizione di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, che ieri ha iniziato i suoi lavori ascoltando i famigliari delle due ragazze scomparse nel 1983. Tessere di un domino che hanno iniziato a cadere una dopo l’altra, e che potrebbero gettare luce su uno dei cold case più intricati della cronaca italiana.

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Il riferimento dei messaggi whatsapp è a presunte prove da cancellare legate alla scomparsa della quindicenne Orlandi: a scambiarseli non due persone comuni, ma due “potenti del Vaticano”: Francesca Immacolata Chaouqui e monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda, entrambi condannati nello scandalo Vatileaks, che nel 2014 erano rispettivamente membro e segretario della Cosea, speciale commissione di indirizzo istituita da Papa Francesco con il compito di indagare lo stato delle finanze della Santa Sede al fine di favorire la missione di trasparenza in Vaticano.

I documenti di cui i due personaggi parlano proverrebbero dall’archivio della prefettura degli affari economici, e sarebbero nascosti in un luogo segreto, una “cassa” che Pietro Orlandi crede oggi che possa essere sotto i cunicoli della basilica di Santa Maria Maggiore. Quanto ci sia di vero in questa storia è ancora presto per affermarlo, visto che Chaouqui, interpellata da Affaritaliani.it, ha detto di non poter parlare del contenuto delle chat - delle quali non nega la maternità - per via del segreto pontificio sotto cui è posta. Tuttavia l’ex membro Cosea ha anche dichiarato di non esser stata lei a “consegnare i messaggi a Pietro Orlandi”, differentemente da quanto sostenuto dal fratello di Emanuela ieri in commissione.

“Di questa sua affermazione Francesca Chaouqui dovrà dare spiegazione - ha spiegato ad Affaritaliani.it l’avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi - Pietro non se l’è inventato, e spero che la Commissione la convochi quanto prima per fare delle verifiche a riguardo. Chi dice la verità la deve dire fino in fondo, e chi mente si deve prendere la responsabilità delle proprie bugie”.

E ancora: “Nessuna delle tre piste sorte negli ultimi anni sono state trattate approfonditamente, ed è in questa linea che si inserisce il lavoro della Commissione. Potrebbero essere tasselli dello stesso mosaico: noi abbiamo pezzettini di un quadro generale, che però ci sfugge. Anche per questo il nostro augurio è che ci sia un lavoro fatto di concerto tra il Vaticano e la Procura di Roma”. Sulla veridicità del contenuto delle chat tra Balda e Chaouqui Sgrò ha preferito non commentare: “Vanno cercati questi telefoni segreti e sentite sicuramente queste persone. Ma è un lavoro d’indagine che può fare solo la commissione o la procura, nell’interesse della verità”. I familiari di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori sono “la memoria storica della vicenda, e sono tutti interessati a che ci siano altre audizioni per far luce sulla storia delle due ragazze”.

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