Venezia divorata: in estate più posti letto per i turisti che per i residenti
La città di Venezia sempre più "mangiata" da trolley, selfie e schiamazzi: l'overtourism è un cancro che si nutre di mattoni, divora spazi e centri urbani
Venezia in caduta libera, il triste destino di una città ex regina del Mediterraneo. Analisi
Da Regina del Mediterraneo a regina dell'overtourism: questo è il triste destino della città più bella e sfruttata del mondo. Il sovraffollamento è una malattia che colpisce un numero crescente di centri storici che può avere un solo esito: la morte delle città e la loro trasformazione in stazioni diffuse dell'immenso “luna park” destinato al turismo di massa. Perché l'overtourism è un cancro che si nutre di mattoni, divora spazi vitali, s'infiltra nel tessuto connettivo umano e sociale dei centri urbani espellendo gli abitanti, man mano sostituiti da una pletora di figuranti in transito (leggasi turisti).
Se e quando questo “ricambio” verrà ultimato, e anche l'ultima casa del centro storico sarà trasformata in un albergo, un b&b, o un Airbnb – flagello che ha stravolto il cuore di molte città, trasformate in dormitori di lusso-, oppure venduta al “Paperone” straniero di turno che ne farà la sua terza, quarta, quinta residenza, oppure una bella fondazione, milioni di turisti vagheranno in una città senz'anima, rigorosamente instagrammabile, dove nessuno vorrà o potrà più vivere.
A questa deriva, nella simbolica ricorrenza del cinquantesimo anniversario della Legge speciale per Venezia, promulgata il 16 aprile 1973, gli abitanti della Serenissima hanno risposto con una manifestazione corale e partecipata, “Tutti in campo”, alla quale hanno aderito trenta comitati e associazioni attive nell'area metropolitana di Venezia. Coordinata dal comitato C 16 A (Comitato 16 Aprile), acronimo che volutamente richiama un numero civico, l'iniziativa ha catalizzato il disagio della cittadinanza e dato voce alle sue necessità, sempre più sacrificate alle ragioni del profitto e del turismo.
Più di mille i residenti che, con una foresta di cartelli, hanno pacificamente invaso campo Sant'Angelo portando alla luce del sole non solo il loro scontento ma soprattutto energia creativa e costruttiva. Molte le proposte, in testa a tutte il rifinanziamento della Legge Speciale di Venezia, con l'impegno però che il denaro venga investito per risolvere i problemi reali della città, come la manutenzione e l'assegnazione degli oltre 1000 appartamenti sfitti del comune, e non per finanziare ennesime inutili colate di cemento come quella prevista per la realizzazione del Bosco dello Sport a Tessera, fortemente voluto dal sindaco Luigi Brugnaro, che sulla carta dovrebbe costare 300 milioni di euro, dei quali 93.581.321,26 finanziati col PNRR, e i restanti 189.918.678,74 coperti dal Comune.
Sul palco, allestito ai piedi del quattrocentesco palazzo Duodo, in tanti hanno preso la parola. Fra loro Marco Borghi, Presidente della Municipalità di Venezia Murano Burano, intervenuto sul tema della mancata manutenzione delle rive e dei rii e sull’ormai imminente sorpasso dei turisti sui residenti. Aline Cendon, portavoce del Gruppo25aprile, che ha proposto di istituire una soglia di carico per regolare i flussi. “Venezia è come una barca, sulla quale può salire un certo numero di persone, superate le quali va a picco”. E a proposito di barche ha ricordato che “anche i trasporti, un tempo un fiore all’occhiello della città, stanno subendo una progressiva privatizzazione, a partire dalle linee più redditizie”. Stessa cosa vale per la sanità pubblica, erosa dai tagli e da quella privata. Basti pensare che, a fronte di un posto letto in ospedale per 33 abitanti nella media regionale, a Venezia ce n'è uno ogni 96 abitanti. “Viviamo in un Comune che solo l’anno scorso ha ricevuto 1 miliardo di euro di entrate e che ha prodotto un avanzo di bilancio di 90 milioni. Eppure non riesce a far fronte ai problemi di cui oggi parliamo e che viviamo ogni giorno”.
Massimo Brunzin, portavoce del Gruppo Insieme che riunisce le 35 remiere della Laguna di Venezia, ha evidenziato la sempre più drammatica situazione del moto ondoso, fenomeno che sta anche distruggendo la città erodendone le fondamenta. “Bisogna definire regole certe sulla navigazione. Ormai dobbiamo vogare sotto scorta perché farlo singolarmente è diventato pericoloso”. L'ultimo incidente, che solo per miracolo non è sfociato in tragedia, risale all'8 febbraio scorso, quando due vogatrici sono state travolte da un motoscafo e la loro barca è affondata. “È necessario limitare l'uso selvaggio della laguna da parte delle categorie che la occupano. Esiste un sistema di monitoraggio di velocità nei canali ma non è mai stato omologato e collegato a un sistema sanzionatorio”.
Al Cahiers de doléances, che include problemi come la scarsità dei servizi, lo spaccio di droga, la sicurezza (gli organici della polizia locale sono sottodimensionati e la città è fuori controllo), il grave inquinamento acustico (in buona parte di Venezia senti solo il rumore dei trolley, unito agli schiamazzi diurni e notturni, h24, un vero inferno), da oggi si aggiunge il “Contatore posti letto dell'offerta ricettiva nella città storica”. Promosso dall'osservatorio OCIO in collaborazione con venessia.com, è stato installato nella vetrina della Libreria Usata by Marco Polo in campo Santa Margherita. Sarà aggiornato ogni mese e farà il paio col “Contatore dei veneziani”, posizionato il 21 marzo 2008 nella vetrina della farmacia Morelli in campo San Bartolomeo, “un monito contro l'esodo dei veneziani”. Allora segnava 60.699 abitanti. Oggi solo più 49.365.
Questo nuovo display stabilisce un dialogo virtuale fra lo spopolamento inarrestabile e l'aumento indiscriminato del turismo. Adesso segna 48.596 posti letto, 769 in meno rispetto al numero attuale di residenti. Si stima però che entro l’estate il rapporto sarà di 1 a 1.