Visco jr: "Portai 70mln a Invitalia". Bernardo Mattarella: "Niente lobbyng"

Nelle carte sull'inchiesta c'è anche al testimonianza dell'ad di Invitalia Mattarella: "Si occupava di cose che non lo riguardavano"

Di Redazione Cronache
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Gabriele Visco
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Visco jr, le carte dell'inchiesta: il business delle ristrutturazioni di edifici religiosi

Emergono nuovi dettagli sull'inchiesta che ha portato all'arresto di Gabriele Visco, ex dirigente di Invitalia e figlio dell'ex ministro Vincenzo. È stato il tentativo di inserirsi nel business delle ristrutturazioni di edifici ecclesiastici per trovare sponsor alla sua carriera anche in ambito Vaticano a costare, lo scorso aprile, - si legge su Il Corriere della Sera - il posto ad Invitalia a Gabriele Visco, l’alto dirigente finito martedì ai domiciliari. È l’ad dell’Agenzia del ministero dell’Economia, Bernardo Mattarella, a raccontarlo agli investigatori: "Ogni tanto Visco si occupava di cose che non lo riguardavano, come gli incentivi agli ospedali religiosi. Il 13 marzo 2023 da una mail ho saputo che ha incontrato il capo di gabinetto del ministro Urso insieme a un sacerdote, andando oltre la sua funzione. Invitalia non deve fare attività di lobbying e ho trovato grave la circostanza".

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Più che di licenziamento, in realtà, - prosegue Il Corriere - si è trattato di un accordo e Visco rivendica, intercettato: "Dal 2019 ho portato 70 milioni ad lnvitalia, numeri spaventosi, nessuno mi può dire nulla. Infatti non me lo hanno scritto, mi hanno licenziato in quella maniera lì, anche stupida, che poi alla fine è facilmente dimostrabile che quella roba lì era una parte di quello che facevo e basta".