Xylella, "il batterio ha rallentato". Per gli scienziati "c'è una speranza"

Studi effettuati dal Cnr di Bari

di Redazione
Cronache

Xylella ha percorso molta strada e, aiutata dalla globalizzazione, è arrivata nel 2013 fino a un fazzoletto di terra nell’area intorno a Gallipoli

 

Un significativo rallentamento della diffusione e una mitigazione dell’epidemia nel Salento, la zona infetta dove Xylella ha ucciso milioni di ulivi. I primi risultati degli studi effettuati dal Cnr di Bari su come si sia modificata, nel tempo, la propagazione del batterio sono stati presentati il 19 e il 20 agosto scorsi, a Lione, alla quarta Conferenza europea su Xylella organizzata da Efsa, l’Authority della Ue sulla sicurezza alimentare. Lo scrive il sito internet www.quotidianodipuglia.it.

Il prossimo ottobre saranno dieci anni dalla scoperta della presenza, in Puglia, di questo patogeno descritto per la prima volta da Newton Pierce nel 1892 quando, negli Stati Uniti, distrusse più di 345mila ettari di vigneto. Da allora, Xylella ha percorso molta strada e, aiutata dalla globalizzazione, è arrivata nel 2013 fino a un fazzoletto di terra nell’area intorno a Gallipoli. 

Partendo da lì, in un decennio, ha distrutto 22 milioni di alberi d’ulivo, moltissimi centenari o millenari, cancellando in un batter di ciglia il paesaggio che aveva reso famoso il Salento in tutto il mondo e la memoria che quel paesaggio custodiva. 

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