Barbie, pesante e troppo femminista: Affari va al cinema. La recensione
La guida di affaritaliani.it al film dell'anno che sta sbancando il botteghino
Il film di Barbie è fin troppo femminista, anche per una donna: la recensione di Affari
Mentre ero seduta in sala mi sono chiesta spesso se fossi una "vera" fan di Barbie. Ho adorato tutto quel rosa, ho adorato tutto quel mondo così perfetto e plasticoso - Barbieland -, ho adorato Margot Robbie -, non troppo giovane ma perfetta nel ruolo di protagonista -, eppure ho fatto fatica a farmi piacere fino in fondo il film, tanto atteso, sulla mia bambola preferita. Sono certa che dopo questa recensione tutta l'allegra brigata bionda che mi sbircia ancora - dopo ben 30 anni - dall'armadio a vetrina della mia cameretta d'infanzia non mi guarderà più come prima. Forse solo Ken. Perchè - è questa forse la vera rivoluzione del film - l'eterno fidanzato di Barbie, nato per essere solo un accessorio da sfoggiare (nella realtà e nel film) mostra un'empatia inedita, nonostante finisca per scoprirsi (o diventare?) un maschilista incallito. Ma partiamo dal principio.
Sin dal trailer di lancio del film, nel dicembre 2022, la bambola più famosa del pianeta è presentata come l'incipit di "2001: Odissea nello Spazio" di Stanley Kubrick. Capace di rivoluzionare, sin dall'alba dei tempi, l'immaginario collettivo delle bambine che, grazie a lei, possono giocare a diventare donne oltre che madri. Con questa premessa (e promessa) si apre anche la pellicola, che ben presto diventa un tripudio di rosa.
A Barbieland tutte le Barbie inventate coabitano serenamente, sostenendosi a vicenda e salutandosi con un generico "Ciao Barbie!". Tra le varie Barbie Presidente, medico, netturbina, astronauta, giornalista,
Cinema, box office: per Barbie oltre 18 milioni di euro in Italia Barbie continua la sua marca inarrestabile al box office italiano. Al secondo weekend dall'uscita realizza 5.431.001 euro di incasso, con una media per copia di 11.338 e un totale che sale a 18.153.546 euro: prossimo il sorpasso su Super Mario Bros. - Il film (20.393.087), al momento il terzo titolo di maggior successo nel nostro paese dalle riaperture del 2021. I dubbi sulla tenuta del film della Mattel sono stati fugati anche negli States dove Barbie ha incassato nell'ultimo fine settimana oltre 90 milioni di dollari portando il suo risultato domestico a 350 milioni di dollari e quello globale a 774 milioni di dollari. |
premio Nobel, c'è lei, la Barbie Stereotipo, impersonata dalla bravissima Margot Robbie. Fin qui tutto bene. Ma ecco che a un tratto cominciano a comparire anche i Ken, in netta minoranza rispetto alle Barbie, che sembrano esistere solo in loro funzione - "Io esisto solo se Barbie mi guarda" (così parlerà il Ken interpretato da Ryan Gosling). Ben presto si scopre però che Ken non ha una casa, non svolge alcun lavoro se non quello stare in “spiaggia” - che non si sa ben che cosa sia - ed è tutto sorrisi, muscoli, birra e risse. Un'immagine abbastanza svilente per l'universo maschile, che inizialmente provoca anche qualche risata, ma alla lunga finisce per stancare.
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Intanto la trama si fa via via più articolata quando scopriamo (Barbie compresa) che dall'altra parte della costa (nel mondo reale si tratta di Malibù) c'è tutto un mondo, quello degli umani, che è capace di influenzare la vita delle Barbie nel momento in cui una bambina comincia a giocare con una determinata bambola, a seconda che la tratti bene o male, tagliendole vestiti e capelli. È a quel punto che per Barbie Stereotipo cominciano i problemi, di natura fisica ed emotiva, preannunciati da improvvisi pensieri di morte. Così è costretta a fare un salto nel mondo reale, insieme all’imbucato Ken che la corteggia da una vita e che lei tratta letteralmente a pesci in faccia. Una volta lì, entrambi si misurano con questa nuova realtà, scoprendo il patriarcato. Una pessima notizia per lei, ma un risveglio dell’anima per lui che finalmente si rende conto di poter contare qualche cosa, anzi, volendo, di poter addirittura comandare. E qui comincia il bello del film. Peccato che duri poco.
Grazie all’aiuto di due umane, mamma e figlia, Barbie torna nel suo universo con un forte mal di testa e si ritrova a fare i conti con il famigerato patriarcato. Ne nasce una guerra maschi contro femmine in cui i primi sono per forza scemi, le seconde per forza intelligenti. Per natura. Non esiste alcuna animosità né rivalità tra donne, razza superiore. Loro, che siano bambole o umane, si supportano sempre a vicenda. Sarebbe stato realistico vedere un attrito tra Barbie stramba e Barbie sirena, ma il film tiene a ribadire come e quanto il nemico sia l’uomo. Tocca fare fronte comume per distruggerlo.
Nemmeno una storia d’amore eterosessuale è contemplata, non sarebbe un lieto fine per nessuna delle coinvolte. Non a caso la Bbc, tra le numerose recensioni alla pellicola, riporta anche il Daily con il suo "An anti-man movie" - "Un film anti-uomo". Sarebbe stato più plausibile, bello ed utile che Barbie e Ken si aiutassero a vicenda a comprendere quale potesse essere la loro strada. Ma tutto ciò non accade e Barbie stessa finisce per lasciarsi cambiare dal mondo reale.
Per tutti questi motivi, dunque, la chiara matrice femminista del film finisce per diventare essa stessa uno stereopito di ciò che il vero femminismo combatte, ovvero l'uguaglianza dei sessi. In conclusione, la pellicola di Greta Gerwig è un prodotto commerciale tanto quanto la Barbie stessa, lungo - le due ore si fanno sentire tutte - e che delude tanto quanto promesso. Sia che abbiate 13 anni, sia che ne abbiate 40. Un lavaggio del cervello a tinte rosa, troppo anche per una femminista.