La morte di Giuseppe, "Cercò un impiego in una bottega di Torino..."
La poesia per la Festa del Primo Maggio
La morte di Giuseppe
La macchina da cucire è arrivata. Grazie mamma per avermi dato questa possibilità. Imparerò ad usarla, presto. Non ti preoccupare ci starò attenta, non la romperò, ci tengo troppo. Lo so che hai rinunciato ad ogni cosa per me.
(Lettera di R.P., apprendista sarta, 17 agosto 1973)
1.
Sulla Singer ci sono aghi e fili
gessetti e bottoni. Tu ricuci
una sottana, una camicia bucata.
Il sudore ti bagna, ti inquieta
ma ti ripeti che è estate
e il caldo d’agosto è il più difficile da sopportare.
2.
Anch’io cerco la cruna
il pezzo di filo, il centimetro ingiallito.
Ripenso a mia madre che disegnava
con il gesso sulla carta oleata.
Devo pedalare, per imparare
e poi levare la ruggine
dalla Singer ereditata.
3.
Mia madre, la Rossa
si innamorò del provinciale
del ragazzo che fumava e non parlava.
Il fumatore, dicevano:
Non distingue un cavolo da un carciofo.
Mangia tutto quello che trova.
Raccoglie del pane raffermo e ammuffito
ne mangia, ne nasconde sotto il letto…
dice che è buona, la muffa.
4.
Tu a otto anni cominci un mestiere,
devi crescere in fretta, piallare e incollare.
Il fumatore si ammalò e non lavorò.
Noi ripariamo la tua cartapesta
con chiodi, martelli e seghe
da fratello a fratello, da mano a mano.
5.
A diciotto anni si può scappare.
Adesso devo partire per la città
per lavorare e per mangiare.
Mio padre mi abbraccia
mi dice di suo fratello Giuseppe
del primogenito giovane e bello
che partì dal sud verso Torino
per il sacrificio di tutti.
6.
Giuseppe cercò un impiego
in una bottega di Torino.
Cominciò come apprendista sarto.
A Giuseppe spettò il peso dell’esilio
il buco scoperto a casaccio
dove riposare accovacciato
come un topo.
7.
Anch’io decido così
senza ripensamenti.
Cerco l’occhiello, il filo spezzato.
Con un po’ di saliva ce la farai
diceva la Rossa sudata
incipriata per poco.
8.
Mastico la briciola perduta
dalla bestiola impaurita e in fuga.
Ripenso a mio padre che divorava
e fumava ogni cosa.
9.
Non so recitare, né imbrogliare
né lavorare, né pregare.
Sono una che ha deciso di scappare.
Giuseppe e il fumatore da bambini
si intrecciavano tra i salici
ridendo delle nude al sole.
Qualcuno un giorno li sorprese
ginocchioni sulle genziane.
10.
Ripenso al paese, alla mia libertà...
D' inverno scannano i maiali.
Assicurano un anno di avanzi.
Un giorno di bruciature e lamenti.
Corrono le bestioline
sulle pareti di carta.
Sulle travi di legno marcio
cercano un buco. Adesso
non sentono che l'eco
della voce animale.
11.
Stringo tra i denti la mollica.
Mastico l’aria con fatica.
Poi resto a letto tutto il giorno
e penso a tutte le cose.
12.
Sola per il corso
mordo un biscotto
tra gli innamorati di Roma.
Frugano nei cassonetti
i gatti e gli ultimi arrivati.
Sul palo del telegrafo c’è un topo
o che mostro è?
13.
Mangio una briciola
bevo un goccio di marsala.
Una bestiolina esce dalla tana
si avvicina ma resta senza compenso.
14.
C'é una tagliola sotto la panca
nei giardini di Piazza dell'Indipendenza.
Ho paura di una sciagura o temo qualcosa?
15.
Ho viaggiato da sola senza mappe.
Con le mie teorie e senza fermarmi mai.
Sono arrivata in città. Mi appoggio
in una casa nuova ma solo per poco.
16.
Questa stanza è di dieci metri
moltiplicata per diecimila passi.
Qui la vita è cara,
Roma non è il paese
costa imbrogli e sacrifici.
17.
La mia ferita si riapre
e all’improvviso brucia.
Sola, nella città d'aghi e pungiglioni
vivo giorni da leone.
Non ho profitto ma non rinuncio
ai consumi di questa città.
18.
Non ho fame e non ho pane
non mastico e non parlo.
Accendo la luce, scuoto le lenzuola,
mi sento inadeguata al prossimo giorno.
19.
Mangio pezzi di carbone,
del pane bruciato rimasto sul fondo,
e cioccolata. Resto nella stanza
tra polvere e illusioni.
20.
Cerco un mestiere, un giorno nuovo,
l’antidoto e l'avvenire.
Le mie gambe lunghe e svelte
nei giardini della città, non le ricordo.
21.
Ho una valigia con poche cose.
Da fare e disfare presto.
Un giorno ripartirò
per la provincia senza paura.
Porterò un sacco di petali e di foglie.
Durano quanto le stelle?
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