Le palme della stazione
La poesia di Lucrezia Lerro
LE PALME DELLA STAZIONE
1
… se potessi, se solo potessi
mi ripeti due volte
mentre vieni vicino.
… non ho bisogno d’altro
questo mi basta, nessuno
mi ha mai guardato così
ti dico due volte, altre due volte.
2
L’astronauta con gli occhi sottili
mi guarda luccicando
e mi parla della luna bianca,
del suo primo giorno in orbita.
3
Resto tra la luce e le foglie
sotto il gazebo nel giardino dei palmizi
aspettando la tua fuga.
Sul tronco di una palma cerco un buco
per prepararmi un rifugio.
Poi non c’è più il mondo, te ne vai
tra le mezzelune turchesi
e il sole, il sole…
4
Resto sola con l’eco della tua voce…
anch’io ero così, non aver paura…
e le palme si cambiano
scosse alla radice.
Là, nella nostra stanza
conservo gli spilli
per appuntare il cuore
senza paura.
5
So di una che per amore…
Nella stanza divido il tuo bene,
l’ossigeno e il miele
dai miei tormenti.