Luca Barbareschi e il mistero del Teatro "Eliseo". Inchieste e soldi pubblici
Dopo il Covid non ha più riaperto, chiuso e messo in vendita a 24mln. Una cifra fuori-mercato, per questo non ci sono pretendenti
Luca Barbareschi, il giallo del Teatro Eliseo. Non si riesce a vendere e non fa più spettacoli
Uno dei teatri più celebri della storia italiana è al centro di un vero e proprio mistero. L'Eliseo di Roma non ha più aperto dopo il Covid, chiuso e messo in vendita. Ma ad una cifra che sembra fuori mercato: 24 milioni di euro. Per questo non ci sarebbero pretendenti. Il Teatro - si legge su Il Fatto Quotidiano - è di proprietà di Luca Barbareschi. L'attore, regista, produttore e politico, ieri è stato impegnato in un singolare dibattito via social col collega Gabriele Salvatores, che l'ha accusato di essere soprattutto "abilissimo a muoversi nei meandri dei ministeri". Da un anno e mezzo, in quel gioiello incastonato tra via Nazionale e il Quirinale, dove si esibirono in 120 anni di storia tutti i grandi del teatro italiano, da Anna Magnani a Eduardo De Filippo, ma restaurato in anni recenti, ben poco è accaduto. Finito sulle cronache nel 2023 soltanto una volta, a maggio, per una protesta femminista contro il direttore, che aveva detto in un'intervista che le denunce di molestie delle attrici "servono solo a farsi pubblicità".
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Per il resto nessuna stagione teatrale, nessuna offerta, il silenzio. Quasi a far scordare ciò che si cela dietro quelle porte. Luca Barbareschi a Report, nel giugno 2022, giurava di avere due offerte. Da allora nulla se ne sa. Al Fatto l'ufficio stampa di Eliseo Entertainment (quello del teatro non esiste più) chiarisce che il teatro non è ancora stato venduto, e che questo interesse per il caso specifico pare immotivato. Mentre sui fondi del 2017, per cui è stata richiesta la restituzione, sono in corso i dovuti accertamenti giudiziari e non vi sono commenti. Ma del maxi progetto con cui Barbareschi si è fatto capofila del gruppo che avrebbe dovuto rilanciare l’Eliseo, resta ormai poco: cinque stagioni, una quindicina di lavoratori lasciati a casa nel 2014, un'altra ventina nel 2021. Tra inchieste e soldi pubblici resta un giallo la situazione di uno dei più prestigiosi teatri d'Italia.