Allarme salari in Italia, così abbiamo perso potere d'acquisto: aumenti del 7% ma prezzi al rialzo del 17

Tre milioni di lavoratori sotto i 9,5 € l'ora. Il rapporto annuale dell'Inps

di Redazione Economia
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Caro spesa e rincari
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Allarme salari in Italia, gli stipendi non crescono abbastanza rispetto ai prezzi

L'annuale rapporto dell'Inps fa emergere dati allarmanti che non riguardano solo le pensioni, ma il potere d'acquisto degli italiani. Il problema è legato ai salari, troppo bassi rispetto ai prezzi. Gli aumenti dati ai lavoratori sono inferiori all'impennata dei costi del carrello della spesa. In un quadriennio in cui la crescita dei prezzi si è attestata tra il 15 e il 17%, - riporta Il Fatto Quotidiano - le retribuzioni dei lavoratori dipendenti sono aumentate appena del 6,8%: questa è la dimensione reale della perdita di potere d’acquisto subita dagli italiani a fronte di qualche timido avanzamento dei salari nominali, che solo a fine 2023 hanno iniziato a superare in velocità il costo della vita.

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L'incremento nelle buste paga è largamente insufficiente a compensare la fiammata inflazionistica partita col dopo-Covid e la guerra in Ucraina. Gli effetti, come al solito, sono iniqui: se consideriamo i soli beni alimentari, che incidono particolarmente sul paniere dei redditi più bassi, hanno registrato un aumento del 25%. Quanto ai salari orari, - prosegue Il Fatto - la retribuzione media è pari a 14,3 euro, ma abbiamo 2,8 milioni di dipendenti che hanno una retribuzione inferiore ai 9,50 euro lordi (1.550 euro lordi al mese). Si tratta però di un dato che non considera i lavoratori agricoli e quelli domestici, categorie particolarmente esposte al lavoro povero. Circa 140 mila dipendenti hanno retribuzioni addirittura inferiori ai 5,30 euro l’ora ma, se si fissa l’asticella a 8,50 euro, la platea sale a 1,4 milioni, il 10% del totale dei lavoratori non domestici e non agricoli.