Politica

Pensioni, Durigon: "Nessun allarme. Conti dell'Inps in piena efficienza". Intervista

Di Alberto Maggi

"La flessibilità in uscita non si tocca, rafforzeremo il secondo pilastro ovvero i fondi pensione"

Durigon: "I lavoratori avranno sempre la libertà di scegliere che cosa fare con il loro Tfr"


"Non è assolutamente vero che l'Inps ha lanciato un allarme. Non c'è nessun allarme pensioni, tanto che poi lo stesso istituto previdenziale ieri ha diramato una nota per spiegare come stanno le cose dimostrando in modo chiaro che i conti dell'Inps sono in piena efficienza". Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, vice-segretario della Lega, intervistato da Affaritaliani.it, commenta quanto scrivono oggi i quotidiani sul presunto allarme dell'Inps per il sistema che sarebbe a rischio squilibrio con l'età media a 64,2 anni.

"Questo numero si riferisce all'età media di coloro che sono già andati in pensione e non alla forza lavoro. Anzi, ci sono molti lavoratori che hanno 67 anni e sono ancora impiegati con rischi per la loro salute. Il bilancio dell'Inps è ben saldo. Non solo, con il grande lavoro del governo - dove si è registrato un forte incremento della forza lavoro, che anche il rapporto inps di ieri ha messo in evidenza con circa 26 milioni di utenti iscritti alla previdenza e l’aumento medio delle settimane contributive versate, siamo di fronte a un mercato del lavoro forte e in espansione. Questi dati sono supportati anche dall'Istat, che segnala un tasso di occupazione arrivato nell’ultimo anno al 62%. Ma c'è tanta possibilità di estensione visto che la media europea è al 71%", sottolinea Durigon.

Alla domanda su che cosa farà il governo e su quali siano le richieste della Lega in particolare sul fronte previdenziale in vista della Legge di Bilancio per il prossimo anno, il sottosegretario al Lavoro risponde: "La flessibilità in uscita non si tocca, è una necessità mantenerla. Lavoro usurante e crescita delle morti sul lavoro devono aprire una riflessione. Altro tema pensionistico che non si può rimandare è quello di rafforzare il secondo pilastro della previdenza ovvero i fondi pensione".

"Come è noto dal 1996 in poi il sistema è contributivo pieno e il pericolo è che ci siano pensioni future troppo basse perciò serve rafforzare la seconda gamba. Sul tfr dei lavoratori è stata fatta molta demagogia e qualcuno ha addirittura affermato che mettiamo la mano nelle tasche dei lavoratori. Ricordo che già oggi per le aziende sopra i 50 dipendenti il tfr va di default all'Inps. I lavoratori avranno sempre la libertà di scegliere che cosa fare con il loro tfr, ma è chiaro che con il secondo pilastro si può costruire una rendita futura per garantire pensioni più alte a chi andrà in pensione tra dieci o venti anni, ad esempio", conclude Durigon. 



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