Allevatori in sciopero della fame davanti al Ministero della Salute

Gli allevatori del sud vogliono la nomina del Commissario Nazionale sulla Brucellosi e la Tubercolosi

di Redazione Economia
Tags:
allevamentoministero della salutesciopero
Economia

Allevatori uniti: continua lo sciopero fame della davanti al Ministero della Salute

Da una settimana, tre allevatori stanno protestando con uno sciopero della fame di fronte al Ministero della Salute.

In un video, Sebastiano Lombardo, proveniente dalla Sicilia, ha annunciato che continueranno lo sciopero insieme a Gianni Fabris e Adriano Noviello, tutti allevatori di bufale. Cosa chiedono? Che il governo nazionale attui la nomina del "Commissario Nazionale sulla Brucellosi e la Tubercolosi nelle regioni meridionali non ancora risolte" e che i ministri competenti organizzino un incontro per discutere azioni concrete da intraprendere.

La delegazione ha sottolineato che i tre in sciopero della fame non intendono interromperlo fin tanto che una delegazione del Movimento sarà ricevuta dai due Ministri per avere assicurazioni sulle iniziative in corso e non sia realizzata la nomina del Commissario. Gli allevatori casertani hanno annunciato che, nel caso le risposte non arrivino, verranno assunte ulteriori iniziative di mobilitazione comprese nuove manifestazioni nei territori.

LEGGI ANCHE: Allevatori in sciopero della fame davanti al Ministero della Salute. Sette giorni ad oggi.

Come riportato dalla Stampa, da sei giorni attendono di essere ricevuti al ministero. “ Chiediamo la nomina di un commissario nazionale - spiega Gianni Fabbris portavoce del Coordinamento Unitario e presidente di Altragricoltura – per affrontare una grande vergogna nazionale che fa pesare un macigno drammatico sul piano della gestione delle stalle, delle aziende, delle economie, del territorio. Si sono spesi oltre un miliardo di euro per lottare contro brucellosi e Tbc senza risolvere il problema, abbattendo gli animali senza motivo. Invece di dare risposte agli allevatori sono stati dati veterinari. Il risultato è che cresce l’industria della carne a basso costo il dimezzamento degli allevamenti mettendo a rischio un intero settore dell’eccellenza italiana come la produzione di mozzarelle e una tradizione come la transumanza”.