Assegno unico 2022 anche con la Naspi: che cosa devi sapere
Assegno unico figli: la maggiorazione per i genitori lavoratori spetta anche a chi percepisce la Naspi o la Dis-Coll al momento della domanda
Assegno unico 2022, arrivano chiarimenti nuovi dall'Inps
Novità dall'Inps sull'assegno unico per i figli: con il messaggio n. 1714 del 20 aprile 2022 l'istituto ha fatto sapere che ci sarà una maggiorazione per i genitori lavoratori. L’incremento dell’importo, disciplinato dalla legge, spetterà anche a chi percepisce l’indennità di disoccupazione, ma solo a determinate condizioni. L'Inps ha poi chiarito la posizione dei genitori separati e dei figli maggiorenni che possono ottenere l’assegno unico, ponendo l’accento anche sul riconoscimento della maggiorazione dell’importo per i genitori lavoratori autonomi agricoli.
Ricordiamo che l'assegno unico figli 2022 è di fatto il sostegno economico che sostituisce le detrazioni in busta paga, pensato per essere destinato a tutti i nuclei familiari siano essi composti da lavoratori dipendenti, autonomi, ma anche pensionati, disoccupati e inoccupati. L’importante è che al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del sostegno, chi richiede l’assegno sia in possesso dei requisiti elencati dall’Inps sul suo sito, sia relativi alla cittadinanza che alla residenza.
L’assegno unico per i figli è entrato a regime dal 1° gennaio 2022 e viene pagato a decorrere dal mese di marzo per chi ha già fatto domanda. Chi non ne ha ancora fatto richiesta pur avendo già diritto all’assegno unico figli, ha tempo fino al 30 giugno per ottenere gli arretrati.
Assegno unico figli anche con la Naspi: ecco che cosa cambia
Come detto in precedenza, il messaggio INPS n. 1714 pubblicato il 20 aprile 2022 si sofferma in particolare modo sulla maggiorazione dell’importo riconosciuta ai nuclei in cui lavorano ambedue i genitori, e fornisce inoltre chiarimenti per quel che riguarda genitori separati e figli maggiorenni. In particolare si sottolinea come abbia dirittio alla maggiorazione anche chi prende la Naspi.
L'Inps nel messaggio del 20 aprile ricorda che, come stabilito dalla legge, nel caso in cui entrambi i genitori siano lavoratori, spetta una maggiorazione dell’assegno per ciascun figlio minore pari a 30 euro mensili. Questo importo, ricorda l’Istituto, “spetta in misura piena per un ISEE pari o inferiore a 15.000 euro e si riduce gradualmente secondo gli importi indicati nella tabella 1 allegata al medesimo decreto, fino ad annullarsi in corrispondenza di un ISEE pari a 40.000 euro. Per livelli di ISEE superiori a 40.000 euro la maggiorazione non spetta.”
Assegno unico: maggiorazione anche per genitori lavoratori agricoli autonomi
La maggiorazione sull’assegno unico è prevista anche per i genitori lavoratori agricoli autonomi. "Anche i redditi che derivano dal lavoro agricolo rilevano al fine del riconoscimento dell’importo aggiuntivo", sottolinea il sito di Money.it. A tal proposito l’INPS nel messaggio n. 1714 del 20 aprile 2022 cita l’articolo 32 del TUIR che dice: “Il reddito agrario è costituito dalla parte del reddito medio ordinario dei terreni, che risulta imputabile al capitale di esercizio e al “lavoro di organizzazione” impiegati nell’esercizio di attività agricole sul terreno, mentre il reddito dominicale si identifica con la rendita del fondo e degli interessi del capitale permanentemente investito in esso".
Assegno unico figli, cos'è e come funziona
L’assegno unico figli 2022 è pensato per essere destinato a tutti i nuclei familiari siano essi composti da lavoratori dipendenti, autonomi, ma anche pensionati, disoccupati e inoccupati. L’importante è che al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del sostegno, chi richiede l’assegno sia in possesso dei requisiti elencati dall’Inps sul suo sito, sia relativi alla cittadinanza che alla residenza.
L’assegno unico è quindi rivolto a tutte quelle famiglie che hanno figli minorenni a carico, ma anche chi si prepara a formare una nuova famiglia: è possibile riceverlo già dal settimo mese di gravidanza. La misura “viene garantita anche dopo il compimento dei 18 anni e fino a quello dei 21 se il figlio in questione frequenta un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea; svolge un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui", si legge sul sito Inps.
Inoltre, deve essere “registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego; svolge il servizio civile universale”. Il discorso invece è diverso per le famiglie con figli disabili a carico: in questo caso “non sono previsti limiti di età, e sono anzi riconosciute delle maggiorazioni che variano con l’età del figlio”.
Assegno unico come viene calcolato, gli importi del sostegno economico
Ora ricordiamo come viene calcolato l’importo dell’assegno unico per i figli. Il sostegno economico erogato dall’Inps viene calcolato sulla base di alcuni fattori, tra i quali la condizione economica del nucleo familiare sulla base di Isee, che sta per situazione economica equivalente, un indice o indicatore preso a riferimento da coloro i quali chiedono una qualsiasi forma di agevolazione sociale da parte di enti pubblici o parastatali, valido al momento della domanda, l’età del ragazzo, la presenza di più figli e la sussistenza di determinate condizioni o disabilità.
Ad esempio con un reddito medio-alto e un Isee superiore ai 40mila o 50mila euro, quale sarà l’importo dell’assegno unico? Oppure nel caso di un nucleo familiare con un solo reddito da lavoro o un Isee inferiore a 25mila euro e un figlio disabile a carico? O ancora, quanto spetta alle famiglie con un reddito medio intorno ai 30mila euro e più figli a carico?
Assegno unico figli, i calcoli Inps
Il sito Inps spiega per l'assegno unico è prevista "una quota variabile modulata in modo progressivo: si va da un massimo di 175 euro per ciascun figlio minore con Isee fino a 15mila euro, a un minimo di 50 euro per ciascun figlio minore in assenza di Isee o con Isee pari o superiore a 40mila euro. Gli importi dovuti per ciascun figlio possono essere maggiorati nelle ipotesi di nuclei numerosi, per i figli successivi al secondo, madri di età inferiore a 21 anni, nuclei con quattro o più figli, genitori entrambi titolari di reddito da lavoro, figli affetti da disabilità".
Si tratta, continua l'Inps, di "una quota a titolo di maggiorazioni per compensare l’eventuale perdita economica subita dal nucleo familiare, se l’importo dell’assegno dovesse risultare inferiore a quello che deriva dalla somma dei valori teorici dell’assegno al nucleo familiare, componente familiare, e delle detrazioni fiscali medie, ovvero componente fiscale, che si sarebbero percepite nel regime precedente la riforma".