Assegno unico, parte il sostegno economico: scoperte già le prime truffe

È partito il pagamento dell'assegno unico, il sostegno economico che sostituisce le detrazioni in busta paga

Economia
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Assegno unico, con i primi accrediti arrivano già le prime segnalazioni-truffe 

Il 15 marzo, una settimana fa, è partita l'erogazione dell'assegno unico, il sostegno economico che sostituisce le detrazioni in busta paga rivolto a tutte le famiglie italiane. E affianco ai primi accrediti, è già scattato l'allarme su criticità operative e qualche esempio di truffa. Lo scrive il Sole 24 Ore che sottolinea che circa 18mila istanze sono state segnalate al centro di controllo antifrode dell'Inps per verifiche. 

“Le erogazioni in corso riguardano gli oltre 3 milioni di domande inviate entro il 4 marzo scorso per un totale di circa 5 milioni di figli dichiarati: l’Inps fa sapere che la quasi totalità (circa il 98%) sono state accolte e gli importi spettanti verranno versati entro la fine del mese. Solo per 200mila è stata richiesta un’istruttoria aggiuntiva, che l’Inps si propone di concludere presto. I controlli sono sempre centralizzati in base all’incrocio di 12 banche dati, ma potrebbe essere chiesto al cittadino qualche documento in più, ad esempio per accertare i requisiti dei figli maggiorenni”, scrive il quotidiano economico. 

Sui sospetti di frode “stiamo adottando la massima prudenza nei controlli”, ha affermato Maria Sciarrino, direttore centrale Inclusione e Invalidità civile dell’Inps, in particolare laddove emergono anomalie dall’incrocio dei dati”. Questa settimana, fa sapere il quotidiano economico, sarà attivato il nucleo antifrode per controllare le 18mila istanze che presentano incongruenze: un centinaio di famiglie tutte residenti allo stesso indirizzo, richieste per 17 figli, ma senza Isee, nuclei composti da 10 figli con codici fiscali che hanno un residenza anagrafica diversa. Su casi di questo tipo dovranno concentrarsi i controlli, ma è anche su segnalazioni minori che l’istituto sta alzando l’attenzione. 

Ma non solo. Un’altra criticità è stata segnalata dagli avvocati. “La procedura consente sempre l’opzione “ripartita” al 50% tra i genitori. Ma l’Inps non può sapere se il giudice ha disposto l’attribuzione degli aiuti al 100% ad uno dei due genitori. E in caso di conflittualità tra i due, sarà necessario far valere la decisione presso gli uffici, consegnando l’eventuale sentenza per poter chiedere di revocare la richiesta dell’altro genitore e vedersi riconosciuta l’intera somma”, ha concluso il Sole 24 Ore. 
 

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