Auto elettriche, crollano le vendite. Persi miliardi di dollari in Borsa
Auto elettrica o a combustione? La soluzione è auto ibride a più basso costo. Il mercato frena e non è un problema ideologico
Crollano le azioni della auto elettriche. Perdite importanti per gli investitori
Da Wall Street a Francoforte, fino a Dusseldorf si sente aria di crisi per i produttori di veicoli elettrici. Il crollo azionario del settore ha procurato perdite miliardari per gli investitori. Il quotidiano economico tedesco Handelsblatt ha calcolato che “dalla fase di boom del 2021, i produttori di auto elettriche hanno bruciato quasi mille miliardi di dollari in Borsa”.
Un settore cresciuto molto in fretta e con una progressione retta da importanti supporti statali, sussidi e aiuti ma per un prodotto finale, alla fin dei conti, poco accessibile alle masse dei consumatori, visti gli alti costi dei veicoli che nella crisi inflattiva ha visto esplodere i prezzi delle materie prime.
“Solo il 17% delle auto elettriche vendute in Europa nel 2023 è costituito da veicoli compatti del segmento B, tipicamente più economici, mentre per le auto a combustione interna la quota corrispettiva è del 37%”, spiegano gli esperti di Transport&Environment. In soldoni le auto elettriche sono troppo costose e quindi più adeguate per fasce di reddito alte: “In Italia gli stessi dati mostrano una sproporzione ancora maggiore: il 20% del venduto annuo elettrico è nel segmento B, mentre per le auto a benzina o diesel la quota corrispettiva arriva al 47%”.
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Nelle ultime ore i titoli di settore nella regione Asia-Pacifico sono caduti, seguendo i ribassi di Wall Street durante la notte, con le azioni dei produttori di veicoli elettrici in calo a causa delle preoccupazioni sulla domanda, ritardi nella realizzazione di vetture a batteria più accessibili.
Una tecnologia, quella elettrica, che vede la sua mecca proprio in Cina, con l’Europa che sembra perdere centralità nell’ automotive. Non a caso la casa automobilistica cinese BYD (BYDDY) è diventata la più grande venditrice nella categoria conosciuta a Pechino come “veicoli a nuova energia”. E nel quarto trimestre, il colosso cinese ha superato Tesla diventando il più grande venditore al mondo di auto elettriche a batteria. Le azioni però sono diminuite di valore del 2,5%, dopo che il produttore cinese di veicoli elettrici ha dichiarato che le vendite del primo trimestre sarebbero precipitate del 43%, trimestre su trimestre.
Anche altri produttori di veicoli elettrici hanno visto le proprie vendite diminuire, come accaduto a Nio e Li Auto che si sono viste cali rispettivamente del 5,3% e del 5,7%.
Come è noto i venti di burrasca non hanno risparmiato la statunitense Tesla di Elon Musk. Le consegne dei veicoli nel primo trimestre sono crollate dell’8,5%, rispetto all’anno scorso, procurando non poche preoccupazioni negli investitori che guardano al settore con minore euforia. Nei primi tre mesi del 2024 sono state consegnate 386.810 vetture a fronte di una produzione di 433.371. Il calo sul trimestre precedente, invece, è del 20%: è il primo calo delle consegne di Tesla in quasi quattro anni (anche durante la pandemia vi fu un crollo della domanda).
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Ma il polso della vicenda lo dà sempre la Cina. Fino a poco tempo fa a Pechino vi erano circa 500 aziende produttrici di veicoli elettrici, calate secondo gli esperti poi drasticamente. Tuttavia, tra il rallentamento della crescita e le continue perdite del settore, si è verificato un consolidamento: lo scorso anno, più di un terzo delle auto nuove vendute in Cina erano elettriche o ibride.
Nel 2025 gli analisti di mercato prevedono un aumento delle tariffe sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina. Ciò si riverberà anche sulla nuova variante del Modello 3, che Tesla produce a Shanghai ed esporta anche in Europa. Il tutto mentre la UE provocherà sul mercato europeo un’immissione massiva di veicoli di questo tipo, per soddisfare i livelli di CO2 consentiti.
Intanto la Germania, il più grande mercato europeo, immatricola meno auto elettriche del previsto anche perché lo Stato ha effettuato tagli significativi sulle sovvenzioni al settore. Va invece fortissima Xiaomi, l’azienda cinese nota per la produzione di smartphone che ha dato vita a SU7, abbreviazione di Speed Ultra 7, veicolo elettrico dal costo inferiore ai 30.000 dollari. Xiaomi ha toccato una valutazione di 55,2 miliardi di dollari, superiore a quella di General Motors e Ford, rispettivamente di 52,4 e 53,1 miliardi.