Auto elettriche nel 2035, il problema batterie. Così dipenderemo dalla Cina

Materie prime scarse, tutte le incognite: dalla difficoltà di produrre ai problemi per lo smaltimento, Italia in ginocchio e c'è anche l'autogol sul clima

Economia

Auto elettriche nel 2035, per estrarre più rame scarseggerà l'acqua

La norma decisa dall'Unione Europea sullo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035, rischia di mettere l'Italia in grandissima difficoltà, soprattutto per quanto riguarda le batterie, sarà inevitabile per il nostro Paese, stando così le cose, dipendere totalmente da chi possiede le componenti per produrle. Litio, cobalto, rame e terre rare - si legge sul Corriere della Sera - sono i componenti degli accumulatori che troviamo in auto ibride ed elettriche. Il dato di partenza che arriva dall'Iea (Agenzia Internazionale per l'Energia) è che un'auto elettrica necessita di materiali rari 6 volte in più di un'auto tradizionale. L'altro dato importante è che il 70% dei minerali rari provengono da Cina e Congo.

"L'elettrificazione va benissimo – dice Piero Martin, professore straordinario di Fisica all'Università di Padova al Corriere – ma deve andare di pari passo con una produzione carbon free dell'energia. Attualmente il 63% dell'energia è prodotto da fonti fossili e se si continua così si rischia solo di spostare il problema». L'unica possibilità è quello di ricorrere alle fonti rinnovabili: «L'Unione europea – spiega Martin – ha fissato la quantità di energia pulita al 45% entro il 2030. Questo richiede un ricorso potenziato alle rinnovabili e, in qualche misura, anche al nucleare». Il rischio di «spostare l'inquinamento» si corre anche nella estrazione dei materiali che compongono le batterie. In particolare il rame: richiede grandi quantità d'acqua e questo, continua Martin, "può avere pesanti ripercussioni sul clima".

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