Automotive, grido d'allarme da aziende-sindacati: subito tavolo con Draghi

Da Torino l'appello che unisce Fiom Cgil e Federmeccanica. Landini: il problema si risolve insieme, si attivi un tavolo alla Presidenza del Consiglio

Economia
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Automotive, parla Landini: "Per fronteggiare la crisi un tavolo unico contro la precarietà" 

Quadri e delegati del settore automotive da una parte, sindacati dall'altra: dallo stesso palco, nella città di Torino, le sigle sindacali metalmeccaniche e Federmeccanica, l'associazione delle imprese di categoria, si uniscono all'unisono chiedendo al governo un piano straordinario e (realistico) per fronteggiare la transizione del settore nel Paese. Il rischio è quello di non riuscire a raggiungere i target green imposti dall'Europa al 2035 e lasciare migliaia di persone senza più un'occupazione.

Dopo sei giorni dall'annuncio del ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti di un fondo da 1 miliardo, che potrebbe essere almeno triennale, da destinare all'automotive per favorire la riconversione della filiera (ne abbiamo parlato qui), imprenditori e sindacati mettono sul tavolo tutti i nodi ancora aperti. E lo fanno insieme. "Perché un'azienda, da sola, non va da nessuna parte", ha sottolineato Maurizio Landini, segretario generale di Cgil.

Produzione, colli di bottiglia e posti di lavoro a rischio. “La collaborazione tra Federmeccanica e sindacati per quanto riguarda l'automotive è molto importante. Problemi di questa natura non li risolve qualcuno da solo e quindi c'è bisogno di luoghi in cui sia possibile fare questa discussione, in cui vari soggetti, imprese, lavoratori e governo insieme, provino a ragionare su quello che è il futuro e sulle scelte che devono essere realizzate", ha rimarcato il segretario generale della Cgil Landini. 

"Questo significa avere delle idee, non lasciare fare al mercato e significa che la richiesta che arriva da Film, Fiom, Uilm e Federmeccanica di attivare un tavolo alla presidenza del Consiglio per discutere e coordinare le scelte di politica industriale è un fatto di grande importanza", ha continuato Landini.

"Pensiamo che tutto questo debba produrre lavoro e qualità del lavoro e un tema che abbiamo proposto al governo è di porre fine alla precarietà. In questi anni i posti di lavoro che si sono determinati sono tutti precari. Bisogna dare un futuro di qualità al lavoro, cambiare le leggi sbagliate sulla precarietà, che vuol dire finalizzare gli incentivi e gli investimenti all'applicazione dei contratti nazionali di lavoro e a chi crea occupazione stabile", ha concluso il segretario generale della Cgil. 

(Segue l'intervento di Re David...) 

Sulla stessa scia anche la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David.  "Chiediamo a Draghi, insieme a Federmeccanica e Film e Uil, un incontro specifico sull'automotive, un piano straordinario che metta insieme le competenze dei diversi ministri, che salvaguardi l'occupazione e guardi al presente e al futuro dell'industria", ha detto Re David. "L'auto è l'industria delle industrie, com'è definita - ha concluso - e in questo Paese non c'è nessuna attenzione sull'automotive. A rischio ci sono oltre 70 mila posti di lavoro se il governo non mette la testa, le risorse e non incontra le parti sociali e le imprese per discutere cosa serve per la transizione e per il futuro".

(Segue l'intervento di Lo Russo...) 

A Torino è arrivato anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando che ha incontrato il sindacato Stefano Lo Russo. “L''Italia ha bisogno di un piano industriale coordinato a livello nazionale, dobbiamo evitare di perdere una parte della produzione locale di autoveicoli, della componentistica e dei servizi correlati. Torino è una città modello, con la sua tradizione manifatturiera e già presente con le nuove vocazioni innovative. Però serve una regia nazionale. Con il ministro ci siamo confrontati sull'idea di una piattaforma della meccanica nazionale che metta insieme produzione e lavoro".

"Il settore automotive - sottolinea Lo Russo sui social - ha un peso molto rilevante nell'economia italiana, tanto più in Piemonte e a Torino. L'universo dell'auto è composto da migliaia di imprese e da tantissimi lavoratori, ricorda, e oggi questo settore, in tutta la sua filiera, deve confrontarsi con la doppia transizione: green e digitale. Siamo un Paese manifatturiero e le transizioni in corso rappresentano una straordinaria opportunità, ma richiedono anche un'attenta gestione per evitare rischi".

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