Banche in default e lobby Ue, serve abrogare la legge di salvataggio interno

Moltissime persone “girano” per il Parlamento Europeo in rappresentanza di categorie lobbistiche iscritte nei Registri del Parlamento

di Ezio Pozzati
Economia

In Italia, il bail in è stato applicato, a banche come: Veneto Banca, Banca Popolare Vicenza, Cassa di Risparmio di Ferrara. C.R. di Chieti

Con l’articolo Corruzione, lobby e Parlamento Ue. Nomi e numeri di chi "opera" a Bruxelles pubblicato su Affaritaliani.it siamo venuti a conoscenza dell’esistenza di moltissime persone che “girano” per il Parlamento Europeo in rappresentanza di categorie lobbistiche iscritte nei Registri del Parlamento e forse qualcuno è anche senza lobby. Ora tutti conosciamo la Direttiva europea n° 2014/59 recepita il 1° gennaio 2016, la famigerata BAIL IN, che impone il salvataggio di una banca in default non solo agli azioni ed agli obbligazionisti, ma anche ai correntisti con importi superiori ai 100.000 euro.

Come può rispondere solidalmente una persona che deposita con “fiducia” i propri risparmi in banca per poi ritrovarsi dalla sera alla mattina “salvatore” della banca di cui si serve? Ricordo che, da noi in Italia, il bail in è stato applicato, a banche come: Veneto Banca, Banca Popolare Vicenza, Cassa di Risparmio di Ferrara. C.R. di Chieti, ecc. ed è costato decine miliardi sia alla Comunità dei Risparmiatori sia alle casse dello Stato ( quindi a tutti noi!) e subito dopo abbiamo visto cedere le stessebanche in default ad un prezzo simbolico di 1 euro a banche che hanno pure usufruito di crediti d’imposta.

Più volte ho definito questa direttiva iniqua, obbrobriosa, vessatoria e non Costituzionale, perché l’articolo 47 recita: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito. Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese”.

La domanda spontanea è: dov’erano i deputati italiani, che dovrebbero conoscere molto bene la Costituzione Italiana. al momento del voto nel Parlamento EU? Ovviamente in un Paese di diritto esistono anche i controllori, quelli dediti alla revisione dei conti e profumatamente pagati, oltre alla Banca d’Italia (banca privata, perché la maggioranza assoluta delle quote di partecipazione è in mano ad altre banche, ergo il controllore è controllante di se stesso) e alla CONSOB. Senza imputare niente a nessuno perché gli amministratori riescono a portare al fallimento la banca a loro affidata senza essere scoperti in via preventiva? Sono veramente così bravi a manipolare la contabilità?

E poi perché non c’è una dicotomia fra il deposito di risparmio e la mera gestione dell’attività bancaria, che è pagata con la voce servizi? Per mezzo diquesta semplice soluzione solo gli azionisti e gli obbligazionisti risponderebbero con le loro quote, mentre il resto rimarrebbe dei risparmiatori che potrebbero decidere a quale banca affidarsi. E poi perché a pagare devono essere sempre i risparmiatori e quasi mai i gestori della banca?

Ora, mi sorge un altro dubbio: può essere che questa direttiva siastata “sponsorizzata” dai lobbisti? Se riteniamo che questa direttiva sia ingiusta, allora è possibile proporne la sua abrogazione? Infine, non è che per caso per sostituirci al legislatore dovremmo indire una petizione su vasta scala? Unicuique suum tribuere alterum non laedere – Dare a ciascuno il suo, non danneggiare altri.

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