Bce, a marzo tassi su di altri 50 punti: continua la linea "falco" di Lagarde

Il Consiglio della Bce continuerà ad aumentare i tassi di interesse "in misura significativa" e a un "ritmo costante" per riportare l'inflazione al 2%

Christine Lagarde
Economia

La Bce alzerà di nuovo i tassi. Ma il membro del board Panetta frena: "Inflazione sotto il 3% entro fine anno"

Continua la linea "dura" della Banca centrale europea: il Consiglio "continuerà ad aumentare i tassi di interesse in misura significativa a un ritmo costante e a mantenerli su livelli sufficientemente restrittivi" per riportare l'inflazione al 2%.  Il bollettino economico della banca centrale, dopo l'aumento dei tassi da 50 punti base del 2 febbraio, "prevede ulteriori incrementi" e "intende innalzare i tassi di interesse di altri 50 punti base nella prossima riunione di politica monetaria, a marzo, per poi valutare la successiva evoluzione".

"Il mantenimento dei tassi di interesse su livelli restrittivi ponendo un freno alla domanda farà diminuire nel corso del tempo l’inflazione e metterà inoltre al riparo dal rischio di un duraturo spostamento verso l’alto delle aspettative di inflazione. In ogni caso, anche in futuro le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento saranno dipendenti dai dati e rifletteranno un approccio in base al quale tali decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione" precisa la Bce.

"Gli interventi pubblici volti a proteggere l’economia dall’impatto degli elevati prezzi energetici dovrebbero essere temporanei, mirati e modulati al fine di preservare gli incentivi a un minore consumo di energia. In particolare, con l’attenuarsi della crisi energetica è importante iniziare ora a revocare tali interventi tempestivamente in linea con il calo dei prezzi dell’energia e in maniera concordata", indica la Bce che sottolinea come "qualsiasi misura che disattenda questi criteri verosimilmente sospingerà al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine, rendendo necessaria una risposta di politica monetaria più risoluta. Inoltre, in linea con il quadro di governance economica dell’Ue, le politiche di bilancio dovrebbero essere orientate a rendere l’economia più produttiva e a ridurre gradualmente l’elevato livello del debito pubblico".

"Le politiche volte a migliorare la capacità di approvvigionamento dell’area dell’euro, soprattutto nel settore energetico, possono contribuire a ridurre le spinte sui prezzi nel medio periodo. A tal fine, i governi dovrebbero attuare tempestivamente i piani per gli investimenti e per le riforme strutturali nell’ambito del programma Next Generation EU. La riforma del quadro di governance economica dell’UE dovrebbe essere portata a termine in tempi brevi", conclude il bollettino. 

Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce, in occasione dell'evento organizzato dal Centre for European Reform, dalla Delegazione dell'Unione europea nel Regno Unito e dall'Ufficio di rappresentanza della Bce a Londra, ha dichiarato che "l'inflazione potrebbe scendere sotto il 3% alla fine di quest’anno".     "La componente energetica dell’inflazione nelle scorse settimane, ha osservato Panetta, ha registrato una riduzione superiore a quella contenuta nelle nostre proiezioni di dicembre. Di conseguenza, anche l’inflazione complessiva è in diminuzione; a gennaio essa si collocava su livelli ben inferiori alle stime che erano state formulate nelle proiezioni. Se l’attuale discrepanza tra l’inflazione effettiva e quella prevista venisse confermata nei prossimi mesi, la dinamica dei prezzi al consumo scenderebbe al di sotto del 3 per cento sul finire di quest’anno".

"Il calo dell’inflazione complessiva, ha sottolineato Panetta, è particolarmente visibile dagli indicatori relativi alle sue tendenze di più breve termine, che nelle fasi in cui la dinamica dei prezzi varia rapidamente possono risultare più informativi del consueto tasso d’inflazione sui dodici mesi. Sulla base di tali indicatori, anche l’inflazione di fondo mostra segni di riduzione. Anche i prezzi all’ingrosso dell’elettricità e del gas sono scesi al di sotto dei livelli ipotizzati nelle proiezioni di dicembre; la riduzione dell’inflazione dei beni energetici potrebbe pertanto proseguire nei prossimi mesi. I prezzi all’ingrosso dell’energia incidono su tutte le componenti dell’inflazione, e continuano a rappresentare il principale fattore alla base dell’aumento dei prezzi sia dei beni sia dei servizi".   

Secondo l'esponente della Bce, "l'inflazione di fondo non può cambiare direzione di colpo, ed è difficile stimare la velocità con cui essa registrerà il calo delle quotazioni dell’energia. La trasmissione potrebbe risultare più lenta se il ribasso dei prezzi dei prodotti energetici alimenterà la domanda, in quanto le imprese potrebbero sfruttare tale situazione per aumentare i margini. Al tempo stesso, nei mesi scorsi si sono registrati aggiustamenti dei listini più frequenti, che potrebbero attenuare la tradizionale rigidità verso il basso dei prezzi. Ma in ultima analisi la direzione dell’inflazione di fondo finirà per seguire quella dell’inflazione complessiva, come è avvenuto nella fase di aumento dell’inflazione. Il calo dei prezzi dell’energia contribuirà a moderare l’inflazione di fondo anche attraverso altri canali".    

Inoltre, ha osservato Panetta, "i recenti ribassi attenuano i timori che gli oneri connessi con l’energia possano erodere la capacità produttiva e quindi accentuare le pressioni inflazionistiche".  "A mio avviso, pur con la cautela necessaria data la forte variabilità dei prezzi dell’energia gli sviluppi recenti dei mercati energetici rendono più equilibrati i rischi d’inflazione nel medio termine", ha concluso Panetta. 

 

 

 

 

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