Bce, dietro l'aumento dei tassi c'è Putin. Lagarde beffata e Italia nei guai
La decisione presa ieri dalla Banca centrale europea cambia tutto lo scenario economico. Le conseguenze peggiori per il nostro Paese a causa del maxi debito
Bce, l'aumento dei tassi mette l'Italia sotto la lente di ingrandimento
La Bce ieri ha preso una storica decisione, destinata a mutare profondamente gli attuali assetti economico-finanziari. La decisione di Lagarde, in realtà - si legge sul Corriere della Sera - è frutto delle mosse di Putin dal Cremlino, di fatto la presidente della banca centrale europea si è trovata in una sorta di trappola, messa a punto dal presidente russo. L'aver scatenato una guerra che impedisce al costo di gas, petrolio, fertilizzanti o grano di scendere, anzi tende a proiettarli in alto, ha di fatto costretto Lagarde ad intervenire. La Bce non ha fatto altro che reagire all’onda lunga di rincari, prodotti o aggravati dalla guerra, su beni che l’Europa compra dal resto del mondo. In questo l’area euro non somiglia agli Stati Uniti, anche se in entrambe le aree l’inflazione corre un po’ sopra l’8%.
Questo cambio di stagione - prosegue il Corriere - doveva comunque arrivare. Magari con più cautela o qualche garanzia in più per i Paesi fragili, ma la Bce doveva comunque smettere di comprare titoli di Stato e alzare i tassi oggi sottozero. Restare inchiodati al mondo di ieri non era possibile, né può farlo l’Italia. I numeri dell’ultimo rapporto sulla sostenibilità della Commissione Ue sono chiari: in media fino al 2032 l’Italia ha il maggior bisogno di prestiti lordi in Europa (oltre un quarto del Pil all’anno) e fra dieci anni può avere il debito pubblico più alto (oltre il 160% del Pil). Significa che da ora ogni euro di deficit va sottoposto a un test rigoroso.