Bce, Lagarde ancora "colomba" sui tassi in mezzo ai "falchi"

La Bank of England alza di nuovo il costo del denaro allo 0,5%. Mentre la Fed lo farà a marzo. La Bce invece tira dritto: l'inflazione rientrerà sotto il 2%

di Andrea Deugeni
Andrew Bailey, Christine Lagarde e Jerome Powell, presidenti rispettivamente di BoE, Bce e Fed
Economia
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Per la Bce il caro-energia incide per più del 50% sull’andamento dell'inflazione che sarà sotto il 2% nel 2023 e 2024

I toni si fanno un po' più aggressivi, ma pazienza e cautela, nonostante i nuovi record dell'inflazione a gennaio. Nella prima riunione dell'anno della Bce, Christine Lagarde prende tempo sui programmi di acquisto di titoli e sui tassi fino a marzo, quando all’Eurotower saranno disponibili le nuove proiezioni macroeconomiche sull’andamento dei prezzi, perchè a differenza di dicembre (l’ultima riunione del Consiglio direttivo) “i rischi per le prospettive di inflazione sono orientati al rialzo, in particolare nel breve termine". Lasso temporale su cui incombe anche la crisi in Ucraina con le conseguenze sui rincari energetici.

BORSE UE NERVOSE E SPREAD AI MASSIMI DA MAGGIO 2020/ Borse europee negative che peggiorano dopo la Bce. Sui listini pesano infatti anche le attese per un possibile aumento dei tassi di interesse e, quindi, di un inasprimento della politica monetaria dell'Eurotower in un contesto di crescenti pressioni inflazionistiche, rinvigorite dopo le dichiarazioni di Christine  Lagarde. Sul secondario, netto rialzo per lo spread Btp-Bund a 150 punti (dai 138 della vigilia) ai massimi da maggio 2020. Forte aumento anche per il rendimento all'1,64% rispetto all'1,42% del finale di ieri. Oggi, il differenziale continua a salire a 157 punti base con un rendimento del Btp decennale all'1,72%.

Ma, al momento, la presidente della Bce tira dritto per la propria strada: politica monetaria invariata, in linea con le aspettative (anche se i mercati iniziano ad attendersi, seppur sempre escluso da Francoforte, un rialzo già quest’anno; così i rendimenti accelerano al'insù e anche l’euro si è apprezzato sul valutario oltre 1,14 dollari), confermando la guidance che prevede copiose misure di stimolo quest'anno nonostante l'inflazione a livelli record, oltre il target del 2% e le proiezioni dell'istituto. Avendo esteso le misure di sostegno solo a dicembre, una modifica della politica monetaria era improbabile, anche se l'elevata inflazione (al 5,1% a gennaio) probabilmente aumenterà le pressioni sull'Eurotower nei prossimi mesi per ridurre lo stimolo.

Attuando solo la modifica minore possibile alla sua politica monetaria, la Bce ha solo rimosso un riferimento ad un aggiustamento dei tassi "in entrambe le direzioni", perché, almeno nel breve, i rischi sui prezzi sono orientati al rialzo. 

Nello stesso giorno, proseguendo quanto fatto a dicembre, Oltremanica invece la Bank of England (BoE) ha aumentato i tassi di interesse di un altro 0,25% portandoli allo 0,5% (non accadeva dal 2004 che The Old Lady of Threadneedle Street, così com’è chiamato nella City l’istituto centrale britannico, aumentasse i tassi per due volte consecutive), con quasi metà dei membri del Monetary policy committee che chiedevano un incremento ancora superiore per contenere la pressione dei prezzi, viste le attese della banca centrale di Sua Maestà di un'inflazione che potrebbe raggiungere un massimo del 7,25% ad aprile, il top dai picchi inflazionistici dei primi anni '90, e molto lontano dal target del 2%.



La presidente della Bce Christine Lagarde

Anche sull'altra sponda dell'Atlantico, la Federal Reserve di Jerome Powell si è fatta falco, lasciando la Lagarde l’unico timoniere delle banche centrali delle grandi aree valutarie a ritenere che nel medio periodo l’inflazione, sempre trainata principalmente dai rincari energetici per gli economisti dell'Eurotower, tornerà sotto il target statutario del 2%. Negli Stati Uniti, infatti, Powell è pronto a muoversi subito, a partire dal prossimo mese di marzo, probabilmente con tre rialzi da un quarto di punto ciascuno (tasso sui fondi federali fermo dal marzo 2020 a una forchetta fissata tra lo 0 e lo 0,25%). Ma non è nemmeno esclusa una linea di intervento più decisa, e quindi mosse da mezzo punto. Tutto dipenderà dai dati economici dei prossimi mesi.

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Se negli Usa l’inflazione ha già raggiunto il 7%, il livello più alto dal 1982 con le spinte sui prezzi sostenute strutturalmente anche dagli incrementi salariali in un’economia che marcia a pieno regime anche grazie ai massicci investimenti decisi dall’amministrazione Biden, nel Vecchio Continente, stando alle parole della Lagarde, la musica invece non cambia, almeno per il momento: il caro-energia incide per più del 50% sull’andamento dell'inflazione e i colli di bottiglia sulle forniture lungo la catena produttiva persistono, facendo sì che “in alcuni settori la domanda supera l'offerta condizionata da vincoli”.

Quindi, è vero che la corsa dei prezzi rimarrà elevata più a lungo previsto, ma declinerà in corso anno. Anche perché stanno arrivando segnali, ha spiegato la numero uno della Bce nella tradizionale conferenza stampa post-riunione del Direttivo, che i “colli bottiglia forse iniziano ad allentarsi”.

La Lagarde ha tenuto a tranquillizzare quanti temono che forse Francoforte sta sottovalutando l’andamento dei prezzi, spiegando che c’è “preoccupazione unanime in consiglio sui numeri dell’inflazione” e che il board “presterà grande attenzione ai nuovi dati macro in arrivo”, ma l’Eurotower è determinato “a prendere decisioni giuste, non affrettate”. In più, l’economia dell'area dell'euro "continua a riprendersi e il mercato del lavoro sta migliorando ulteriormente, aiutato da un ampio sostegno politico. Ma è probabile che la crescita rimanga contenuta nel primo trimestre, poichè l'attuale ondata di pandemia continua a pesare sull'attività economica" e “gli alti costi dell'energia stanno danneggiando i redditi e rischiano di frenare la spesa".

Nonostante le pressioni, quindi, meglio tenere la barra dritta: è vero che l’indice dei prezzi al consumo viaggia intorno al 5% con la componente core, calcolata senza i beni alimentari ed energetici, arriva a poco più della metà ed è sopra l’obiettivo statutario dell’Eurotower, ma nel 2023 e nel 2024, l’orizzonte che guida le scelte di politica monetaria della Bce, sarà, ha sottolineato ancora la Lagarde, sotto il 2% (secondo le stime di dicembre all’1,8% il prossimo anno). Quindi, a differenza di Fed e BoE, la Bce continua ad andare per la sua strada.

@andreadeugeni

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