Benzina sotto i due euro da mercoledì. Allo studio altre misure di sostegno

Lo sconto sul carburante durerà solo una quarantina di giorni

Mario Draghi e Daniele Franco
Economia
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Dopo il Consiglio europeo del 24-25 marzo, quadro più certo per un nuovo decreto 

Bisognerà aspettare mercoledì per vedere la benzina e il gasolio sotto i due euro, per effetto del nuovo decreto del governo che taglia di 25 centesimi al litro le accise applicate sui carburanti. Sul provvedimento, annunciato venerdì dal premier Mario Draghi (approvato in Cdm e che attende la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato), vanno sciolti ancora alcuni nodi, come quello degli extra-profitti delle imprese energetiche bocciato da Confindustria ma che serve a fornire le coperture finanziarie di tutto il provvedimento, che vale 4,4 miliardi. Lo scrive Il Messaggero aggiungendo che oggi i Ministeri interessati faranno il punto in stretto raccordo con Palazzo Chigi.

Nella fase di messa a punto del decreto qualche aspetto potrebbe essere ritoccato, anche se il governo è deciso a confermare la sostanza del provvedimento. Intanto, mentre da un lato partiti e sindacati auspicano che l’esecutivo possa fare di più perché lo sconto sul carburante durerà solo una quarantina di giorni fino ad aprile e dall’altro gli imprenditori criticano aspramente il provvedimento mentre i petrolieri minacciano lo sciopero, a Palazzo Chigi si ragiona già sui prossimi interventi per sostenere l’economia. E’ necessario però attendere il Consiglio europeo del 24 e 25 marzo e soprattutto il Documento di economia e finanza (Def) che stabilirà il quadro di finanza pubblica.

A Bruxelles da giovedì si discuterà sulla proposta italiana di mettere un tetto al prezzo del gas e di sganciare il prezzo di quest’ultimo dalle rinnovabili, per Draghi un passaggio ineludibile, ma frenato dai Paesi del Nord (Europa) che però sono anche quelli che tendono ad alzare l’asticella delle sanzioni. L’idea è quella di mettere un tetto anche alto che però freni la speculazione e di creare un fondo compensativo in grado di mitigare i costi dell’energia per i Paesi più esposti, avendo al tempo stesso la possibilità di sostenere, con aiuti di Stato, le imprese in difficoltà.

(Segue...)

Da come andrà a finire il Consiglio di giovedì si capirà quali margini ha Palazzo Chigi per mettere mano, magari dopo il varo del Def, ad un nuovo decreto, dopo quello varato la scorsa settimana, che potrà contare anche su un corposo scostamento di bilancio su cui spingono i partiti, ma su cui il duo Draghi-Franco continua a frenare.

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