Borse, Sersale (Anthilia) ad Affari: "Il mercato crede al negoziato Mosca-Kiev

"Gli investitori seguono la narrativa: lo spiraglio della negoziazione ha stoppato i flussi di vendita e fatto ripartire gli acquisti", spiega lo strategist

di Andrea Deugeni
Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin
Economia
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"La Bce? La guerra zittisce i falchi. Nessun aumento dei tassi nel 2022 e flessibilità nel programa App"

E' tregua sui mercati azionari con Piazza Affari che, in linea con le altre Borse europee, ha chiuso in forte rialzo (+6,94%). Seconda seduta di seguito positiva. E anche Wall Street guadagna, mentre calano i prezzi delle materie prime. Eppure, momentanei cessate il fuoco a parte per aprire corridoi umanitari e consentire così ai civili di fuggire dalle città colpite, proseguono i bombardamenti e molti analisti politici parlano di rischio terza guerra mondiale. Come mai non c’è il panic selling tipico di queste situazioni e gli investitori continuano a ricoprirsi. Affaritaliani.it lo ha chiesto a Giuseppe Sersalestrategist di Anthilia Capital Partners che spiega: "Le notizie che stanno arrivando ora dalla situazione ucraina indicano un miglioramento dello scenario e il mercato segue la narrativa".


 

“Abbiamo assistito al panic selling la settimana scorsa, quando l’Eurostoxx ha perso circa il 10%. La settimana è iniziata sempre all’insegna delle difficoltà: lunedì mattina i future segnavano ancora un pesante rosso, poi abbiamo assistito a un leggero rimbalzo. Dopo aver perso un 17-18% da inizio anno, il mercato era posizionato in maniera abbastanza difensiva. Le notizie che stanno arrivando ora dalla situazione ucraina indicano un miglioramento dello scenario. Le parti sono meno distanti di quanto invece sembrasse all’inizio. Si inizia a parlare di possibili condizioni per la gestione del conflitto: da un lato, la Russia ha cessato di chiedere il cambio del governo a Kiev, accontentandosi di verdere riconosciuta la Crimea come regione russa sia de facto che de jure e le repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk come Stati sovrani indipendenti. Dall’altro, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta mostrando apertura: il mercato, quindi, segue la narrativa che sta migliorando”.


 

Gli investitori, dunque, stanno ritrovando la fiducia…
“Fino a 12 ore prima di varcare i confini e di iniziare a lanciare i missili, Mosca aveva sempre negato ogni sua intenzione di invadere. Sono posizioni che vanno prese con cautela, ma il mercato segue la narrativa: fino a quando il newsflow è stata disastroso, con gli attacchi alle centrali nucleari e in cui le parti hanno tenuto le pistole fumanti sul tavolo della trattativa, gli investitori hanno venduto. Ora invece le ricoperture sono scattate grazie a una narrativa migliore. C’è lo spiraglio della negoziazione che ha stoppato i flussi di vendita e fatto ripartire gli acquisti. Oggi è leggermente sceso anche il prezzo del petrolio, fattore che fa calare quindi anche le attese d’inflazione, contribuendo a rafforzare lo scenario di una possibile soluzione possibile del conflitto. E' un epilogo che il mercato sogna di vedere fra una settimana o due. Ma fino a poco tempo fa le aspettative erano quelle di un incancrenimento della situazione e di una guerra molto lunga fra Russia e Ucraina, con evoluzioni negative. Con il cambio di scenario, ora, il mercato sulle difensive e scoperto tende a rimbalzare in maniera piuttosto violenta”.


 

A Piazza Affari assistiamo a oscillazioni giornaliere molto forti di alcuni titoli, come per esempio i bancari, oscillazioni che non si vedevano dalla crisi del 2008?
“I movimenti di difesa son stati molto violenti, la liquidità è impattata anche dalla situazione internazionale fatta di tensioni. Abbiamo assistito a soluzioni estreme come il blocco delle riserve valutarie di uno Stato sovrano (la Russia, ndr). In Borsa i flussi si assottigliano un po’ e basta molto poco per assistere a forti oscillazioni. Oggi c’è molta difficoltà a trovare venditori: il mercato era molto scarico e si trova preso in contropiede dal miglioramento della narrativa. Così alcuni titoli guadagnano un robusto +9%, proprio per l’assenza di investitori disposti a scaricare a fronte di ricoperture forsennate. E' una dinamica plausibile con la situzione in atto. Prepariamoci ad assistere ad ulteriori ribaltamenti di fronte degli indici in caso di ulteriore rottura o fallimento delle trattative. Non è l’immediata fine della guerra”.


 

Domani è in programma la riunione del Consiglio direttivo della Bce. Cosa si attende da Christine Lagarde?
“L’impressione è che Francoforte dovrà mandare un messaggio ai mercati nel quale si privilegia la crescita economica. L’inflazione è sicuramente un problema, ma la politica monetaria può far poco contro un incremento dei prezzi al consumo che deriva dall’aumento del costo del beni alimentari e di quelli energetici”.

 

(Segue: che cosa dirà domani, giovedì 10 marzo, Christine Lagarde e le scelte future di politica monetaria della Bce)

E quindi?
“E’ possibile che i propositi bellicosi dei banchieri centrali falchi, emersi negli ultimi mesi, vengano almeno in parte accantonati. Certo, non torneremo ad assistere ad una risposta emergenziale della politica monetaria come quella a cui abbiamo assistito durante la lotta al Covid. Ma la Bce dovrà sicuramente far capire di essere molto attenta ai possibili rischi di frammentazione sul mercato conseguenti alla crisi innescata dal conflitto in Ucraina. Di conseguenza, prima di ritirare gli stimoli come aveva in mente di fare un mese fa quando l'eurozona non era di fronte allo scenario del conflitto, l'Eurotower dovrà essere più paziente, cercando di valutare prima gli sviluppi della situazione dal punto di vista economico”.

Quindi, esclude rialzi dei tassi d’interesse prima della fine dell'anno?
“Certamente. Non se ne parla di aumentare il costo del denaro. La Bce aveva annunciato che a marzo avrebbe terminato il Pandemic Program (Pepp), annuncio che verrà rispettato. Mentre sul vecchio App, Christine Lagarde dirà che il programma fornisce una sufficiente flessibilità per affrontare la situazione, modificando gli acquisti a seconda dei bisogni e che la situazione verrà monitorata dalla banca centrale con estrema attenzione per valutare l’impatto delle sanzioni e del flusso di profughi in entrata dall’Ucraina. L'Eurotower sottolineerà che le leve per intervenire sulla congiuntura sono in mano anche alla politica fiscale che deve bilanciare gli effetti negativi della crisi”.

@andreadeugeni

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