Borsa, Ue rossa e nervosa post Bce. Venerdì nero per l'auto: crolla Stellantis
La pioggia di vendite sui titoli auto e assicurativi sta piegano tutti i listini europei: a Piazza Affari tonfo di Poste, Cnh e Leonardo
Borse, Milano la peggiora in Europa. Saipem aggancia la parità dopo la riorganizzazione interna
Pioggia di vendite sui titoli auto e assicurativi e tensione in crescita all'indomani del cambio di rotta di Christine Lagarde che per la prima volta non ha escluso un ritocco dei tassi d'interesse già nel 2022: dopo una buona partenza, infatti, le Borse europee hanno imboccato con decisione la via dei ribassi, chiudendo in rosso.
Sui principali listini preoccupa l'impennata dell'inflazione, che a gennaio si è spinta al 5,1% annuo. L'attenzione è puntata sui rendimenti dei bond, che dopo le parole della Lagarde hanno preso il volo e continuano a rimanere su livelli elevati: il tasso del decennale italiano si attesta sopra l'1,75%. Lo spread si è attestato sopra 153 punti. Anche l'euro, balzato ieri in avanti sul dollaro, si attesta 1,1448 contro il biglietto verde, da 1,1442 ieri in chiusura. Tra l'altro non ha aiutato l'andamento di Wall Street, con gli indici che hanno più volte cambiato la direzione di marcia.
A guidare la classifica al ribasso c'è Milano che perde l'1,79, seguita da Francoforte in ribasso dell'1,73%, e Parigi a -0,77%. Londra resiste poco sopra la parità in crescita dello 0,15%. I mercati hanno iniziato così a scontare un possibile ritocco del costo del denaro più rapido delle attese anche nel Vecchio Continente dopo le decisioni similari della Fed per frenare l'impennata dei prezzi.
In Europa le vendite hanno affossato il settore auto, con il sottoindice sceso di oltre il 3%. A Piazza Affari Stellantis ha accusato un ribasso del 5,25%. Sono invece state poche le blue chip che hanno chiuso in rialzo. Tra queste Eni in rialzo dell'1,44% e Tenaris che cresce del 2%, beneficiando della corsa del petrolio, con il Wti di marzo ai massimi dall'autunno 2014, a 92,63 dollari al barile (+2,6%).
I titoli della società del cane a sei zampe sono stati spinti anche dall'annuncio che la controllata Var Energi verrà quotata alla Borsa di Oslo già a febbraio (leggi qui i dettagli). Del settore oil, Saipem che chiude la seduta in ribasso del 3,2%, ha invece più volte cambiato la direzione di marcia, nel giorno in cui il consiglio d'amministrazione della società ha varato una nuova struttura organizzativa per agevolare il processo di ristrutturazione e rilancio. Intesa Sanpaolo ha perso il 2,2%, nel giorno della diffusione dei conti e del piano industriale (puoi recuperarlo cliccando qui). Poste, infine, è stata la peggiore del Ftse Mib, scivolata al -6,2%, penalizzata dalle pressioni sui Btp e dalle novità del governo sul tax credit legato ai bonus edilizi.