Case green e ristrutturazioni, famiglie ko: spese da 20 a 55 mila euro
Si stima un investimento complessivo tra 1.100 e 1.750 miliardi di euro da realizzare entro dieci anni. Ecco come funziona la Epbd e cosa prevede
Direttiva case green: analisi dei costi delle ristrutturazioni familiari. L'Italia punta a zero emissioni entro il 2050
La direttiva Case Green dell’Unione Europea è sulla rampa di lancio con la tanto attesa Energy Performance of Building Directive (Epbd) in dirittura d'arrivo e l'europarlamento pronto ad approvare il testo definitivo durante una sessione plenaria tra l’11 e il 14 marzo. Una volta superato l'ultimo ostacolo rappresentato dal Consiglio, il documento sarà ufficializzato sulla Gazzetta Ufficiale. Come riportato dal Sole24Ore, gli obiettivi chiave riguardano la riduzione dei consumi energetici degli edifici, con una spesa prevista tra i 20 e i 55 mila euro per famiglia, al fine di adempiere agli standard richiesti entro il 2033.
Bruxelles delineerà gli obiettivi generali, ma spetterà agli Stati membri decidere il percorso per raggiungere tali target. L'Italia, ad esempio, si impegna a ridurre il consumo medio di energia del proprio patrimonio residenziale entro il 2050, puntando a zero emissioni. Entro il 2030, la riduzione dovrà essere del 16%, salendo al 20-22% entro il 2035. Il governo italiano dovrà quindi elaborare una strategia graduale per ridurre i consumi energetici nel tempo. Inoltre, la nuova direttiva non si baserà più esclusivamente sulla classificazione energetica attuale, ma piuttosto su obiettivi medi di riduzione dei consumi, considerando le peculiarità immobiliari di ciascun Paese. Pertanto, un miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici richiederà interventi su quelli esistenti e non solo sulle nuove costruzioni.
La direttiva specifica che migliorare l'efficienza energetica degli edifici non sarà possibile solamente attraverso la costruzione di nuove strutture. I paesi membri dovranno garantire che almeno il 55% della riduzione del consumo di energia primaria sia ottenuto tramite il rinnovo degli edifici più energivori, i quali rappresentano complessivamente il 43% delle abitazioni più datate. In Italia, si stima che vi siano in totale 12 milioni di tali edifici, di cui cinque milioni versano nelle condizioni più critiche. Al momento, circa il 51,8% degli edifici italiani è classificato nelle categorie energetiche F e G. La direttiva prevede anche alcune esenzioni, consentendo di escludere dalle ristrutturazioni gli edifici soggetti a vincoli, quelli di natura religiosa, temporanea, destinati all'agricoltura e le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all'anno.
Gli interventi previsti includono la coibentazione dei tetti, il cambio delle finestre e degli impianti di riscaldamento, oltre alla messa in sicurezza antisismica e alle ristrutturazioni generiche. Un obiettivo ambizioso ma difficile da realizzare, tuttavia il mercato sta reagendo positivamente: i prezzi degli immobili in fasce energetiche superiori hanno già registrato un aumento significativo, mentre le compravendite hanno subito una contrazione del 16 e del 14% tra secondo e terzo trimestre 2023. "Abbiamo verificato come si sono evoluti i prezzi classificandoli in tre gruppi in base alle fasce energetiche: classe A, classi B, C e D e poi F e G. Negli ultimi due anni e mezzo gli immobili in fascia alta hanno visto in media un aumento dei prezzi del 13%, la seconda fascia del 10% e le ultime due categorie hanno visto valori fermi. La forbice si allarga nelle previsioni. Il mercato ha quindi già iniziato a scontare questa direttiva", afferma Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari.
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Tuttavia, affrontare questa direttiva comporterà comunque dei costi abbastanza elevati: si stima un investimento complessivo tra 1.100 e 1.750 miliardi di euro, da realizzare entro dieci anni. Le ristrutturazioni avranno un costo medio tra i 20 e i 55 mila euro per unità, e sebbene l'obiettivo non sia la neutralità energetica assoluta, ma piuttosto il rispetto delle direttive europee, l'impegno richiesto sarà comunque notevole. "La parte residenziale va da 550 a mille miliardi. Il tutto da realizzare in dieci anni. È molto ma non è un obiettivo impossibile se consideriamo i numeri di Ance per gli investimenti in manutenzione straordinaria (190 miliardi nel 2023)".