Cdp, Gorno Tempini verso la riconferma. Guzzetti detta la linea

La premier Meloni, come dimostrato nei quasi 18 mesi di governo, è orientata verso una linea di realismo e stabilità

di Redazione Economia
GIOVANNI GORNO TEMPINI PRESIDENTE CDP
Economia

Cdp, Gorno Tempini verso la riconferma. Guzzetti detta la linea

Sempre più prossima sembra essere la riconferma di Giovanni Gorno Tempini alla guida di Cassa depositi e prestiti. Giuseppe Guzzetti, ex leader di Fondazione Cariplo e di Acri ma ancora influente nel panorama degli enti conferitari, insieme a Fabrizio Palenzona, presidente di Fondazione Crt, avrebbero raggiunto un accordo preliminare sul nome per la presidenza di Cdp, confermando così per altri tre anni l'attuale capo. Lo statuto della Cassa stabilisce che il direttore generale sia di competenza del Tesoro, che detiene circa l'82,8%, mentre la nomina del presidente è prerogativa delle Fondazioni bancarie, che insieme possiedono il 15,9%. Lo scrive Il Giornale. 

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La conferma di Gorno Tempini, proveniente dall'ambito di Intesa Sanpaolo, così come la nomina di Giovanni Azzone, attuale presidente di Cariplo, alla presidenza di Acri in seguito alle dimissioni di Francesco Profumo, sembrano indicare che il sistema delle Fondazioni opti per la continuità. In questa prospettiva, diventa più che una semplice scelta la riconferma di Dario Scannapieco come direttore generale della Cassa. Infatti, considerando le risorse ottenute da Bruxelles, il gruppo si appresta ad attivare investimenti superiori ai 2 miliardi di euro in Italia, integrandoli con i fondi del Pnrr, alcuni dei quali gestiti proprio dalla Cassa. Cambiare i vertici in questo momento cruciale potrebbe comportare più rischi che opportunità, specialmente perché Scannapieco ha avviato un programma di supporto alle imprese italiane all'estero, aprendo sedi in luoghi strategici come Belgrado e il Cairo. Inoltre, sarà necessaria l'approvazione della Lega, in particolare di Matteo Salvini, che sembra più incline rispetto al Ministro del Tesoro Giorgetti a un cambio di leadership. 

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Al contrario, il premier Meloni, come dimostrato nei quasi 18 mesi di governo, è orientata verso una linea di realismo e stabilità. Le nomine in Cassa depositi e prestiti sono cruciali anche per determinare la composizione dei consigli di amministrazione delle società quotate che fanno riferimento a Via Goito. Nel 2024, il solo consiglio in scadenza è quello di Saipem, dove la Cassa ha una partecipazione inferiore rispetto a Eni e dove l'attuale amministratore delegato, Alessandro Puliti, ha ottenuto risultati significativi, suscitando ottimismo per il futuro. L'anno successivo, termineranno i mandati di alcuni consigli in cui la Cassa ha un ruolo importante, come Snam e Italgas, guidati rispettivamente da Stefano Venier e Paolo Gallo, entrambi con risultati positivi. Una "rivoluzione" potrebbe non essere necessaria, soprattutto se Gorno Tempini e Scannapieco rimanessero al loro posto. Per il governo, sarebbe comunque una soluzione vantaggiosa, dimostrando ai mercati di non essere succubi di pratiche clientelari, ma di preferire professionisti competenti. Inoltre, si rafforzerebbe la relazione con il mondo delle Fondazioni, il cui peso politico rimane significativo.

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