Economia
Cdp, Fs, Rai: il borsino delle nomine. FdI scalda i motori, la Lega...
Fonti ad Affaritaliani.it garantiscono: tutto fermo e tutto da decidere. Ma qualcosa si muove sotto traccia
Cdp, Fs, Rai: chi sale e chi scende
Cdp, Fs, Rai: sono iniziate le grandi manovre per il rinnovo dei consigli di amministrazione di queste tre società. Si tratta di una tornata meno “pesante” rispetto a quella del 2023, ma di grandissima importanza per gli equilibri in seno alla maggioranza. È naturale che Cassa Depositi e Prestiti, il cui board andrà rinnovato ad aprile, farà da apripista a tutto il resto. Giorgia Meloni vive un momento di indecisione: da una parte vorrebbe affidarsi ad Antonino Turicchi, attuale presidente esecutivo di Ita. Ma i tempi lunghi dell’Europa, che hanno rimandato alla fine dell’anno la definizione della trattativa con Lufthansa, costringono a una marcia indietro. Dario Scannapieco – che ha il vantaggio di avere l’impronta di Mario Draghi – potrebbe restare al suo posto. Ma sembra che la Lega non sia del tutto d’accordo e vorrebbe dare un nuovo slancio alla Cassa. Con chi? Con Alessandro Daffina, si dice. Anche se in realtà voci vicine al dossier garantiscono che al momento le priorità del Carroccio sono altre e che eventuali nomi sono ancora in alto mare.
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Analogo discorso si può fare per Ferrovie. In questo caso, infatti, le vicende recenti – dal treno speciale per Sanremo alla fermata “a richiesta” di Francesco Lollobrigida, passando per il colloquio tra Giorgia Meloni e l’ad di Trenitalia Luigi Corradi – hanno fatto storcere il naso. Matteo Salvini, che su Fs dovrebbe avere l’ultima parola vista la competenza del suo dicastero, sta sfogliando la margherita. Tenere Ferraris, un manager di grande esperienza, magari meno mediatico di altri, ma che ha da gestire l’enorme tesoretto del Pnrr e del piano strategico decennale che metterà sul piatto circa 200 miliardi? Oppure guardare a un nome nuovo, magari promuovendo in maniera rapida (e per certi versi irrituale) quel Gianpiero Strisciuglio che è stato nominato lo scorso anno amministratore delegato di Rfi.
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E infine, la Rai. Qui gli schieramenti sono al momento assai difficili da interpretare. Da una parte ci sarebbe il gentleman agreement tra Giampaolo Rossi e Roberto Sergio per una staffetta al vertice. Ma ora qualcosa sembra essersi inceppato e l’attuale amministratore delegato vorrebbe rimanere al suo posto. A supportarlo la Lega, prima di tutto. E il Movimento Cinque Stelle che, pur con parole “cerchiobottiste” di Giuseppe Conte, ha mostrato un’inclinazione per Sergio. Mentre per Rossi si è creata una singolare alleanza bipartisan per cui fanno il tifo per lui sia Fratelli d’Italia, sia il Pd. Nel mezzo anche la querelle sul direttore del Daytime, Angelo Mellone, che è stato travolto dalle polemiche dopo la vicenda del comunicato stampa letto in diretta da Mara Venier. Fonti accreditate riferiscono che al momento è prematuro parlare di nomi e che tutte le forze politiche sono concentrate sulle prossime elezioni europee (che si terranno a giugno). Ma è certo che qualcosa, carsicamente, si muove.