Rai, tv pubblica "sprecona": nel 2021 le perdite salgono a 30, 44 mln

Sprechi, inefficienze, costo del personale elevato e scarsa organizzazione: la Corte dei Conti ha esaminato la gestione finanziaria della Rai. Bilancio 2021

di Nino Sangerardi
Economia

Rai, dal 2020 al 2021 crescono gli introiti pubblicitari di 89,01 milioni. Bene anche gli incassi del canone 

“L’esercizio finanziario 2021 della Rai spa mostra un risultato in perdita di 30,44 mln euro, in peggioramento rispetto al negativo del 2020: 20,7 mln. In pareggio invece il risultato di esercizio dell’intero Gruppo Rai(Rai spa, Rai Way, Rai Cinema, Rai Com, Rai pubblicità) in linea con il 2020”.

E’ quanto si legge nel comunicato della Corte dei Conti, Sezione controllo sugli Enti, che ha per oggetto la gestione finanziaria della Rai radiotelevisione italiana spa (99,56% azioni proprietà dello Stato, la quota residua in capo alla Siae), anno 2021.

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Nonostante l’esito di omogeneità del conto economico consolidato, il patrimonio netto del Gruppo Rai scende dai 315,1 milioni di euro del 2020 ai 286 milioni del 2021 con una diminuzione dell’indebitamento che, sempre a livello di Gruppo, passa da 606,4 milioni a 573 milioni di euro. I Giudici, nelle 164 pagine della determinazione, confermano “la necessità di impiegare ogni misura organizzativa, di processo e gestionale idonea a eliminare inefficienze e sprechi”.

Il costo del personale Rai (11.440 unità) ammonta a 937,4 milioni di euro, incremento di 20,2 milioni a fronte del 2020. Aumento imputabile per lo più alla voce retribuzione e oneri sociali, e agli incentivi all’esodo. La pianta organica dei dipendenti, al 31 dicembre 2021, è formata da 243 dirigenti, 2040 giornalisti, 1249 Quadri, 6972 impiegati amministrativi e di produzione, 814 operai, 118 professori d’Orchestra e altro personale artistico.

I ricavi dal canone di abbonamento pari a 1.819,77 euro mentre nel 2020 si attesta a 1.728,10 euro; accrescimento determinato, principalmente, dai canoni da utenze private e in misura minore da canoni dell’esercizio da utenze speciali.

“Per quanto riguarda il sistema dei controlli—scrivono i Magistrati—permangono criticità nei controlli di primo livello nelle attività amministrative e nella produzione. Si rendono necessarie, pertanto, misure che rendano più stringenti le verifiche delle prestazioni… E' necessario adeguare i processi aziendali posti in essere per gli acquisti, sia di beni e servizi sia dei prodotti artistici, al fine di garantire il basilare presidio di legalità e migliorare l’efficienza produttiva”.

Il consiglio di amministrazione, nominato dagli azionisti il 15 luglio 2021, è formato da due membri designati dalla Camera dei deputati, due dal Senato, due dal Consiglio dei Ministri e uno dall’Assemblea dei dipendenti Rai.

Il presidente del Cda, oltre al compenso ex art.2389 primo comma c.c., percepisce una remunerazione per le deleghe di 114 mila euro annui lordi, i consiglieri euro 66.000,00 annui, all’amministratore delegato, oltre al compenso ex art. 2389 primo comma c.c. spetta un emolumento per le deleghe di 174.000,00 euro annui lordi.

Gli introiti pubblicitari della Rai (590,17 milioni euro) presentano una crescita di 89,01 milioni tenendo conto dell’andamento 2020. La Rai detiene partecipazioni nelle seguenti compagini: San Marino RTV spa, Tivu srl, Audiradio srl, Auditel srl, Euronews S.A., Player Editori Radio srl, Tavolo Editori Radio srl.

La Corte dei Conti sostiene che: “Nonostante il miglioramento riscontrato nell’esercizio, determinato da flussi di cassa operativi in grado di coprire i relativi fabbisogni, si rileva il permanere di un indebitamento verso banche e obbligazionisti di ammontare elevato e si invita l’Azienda a monitorarne con attenzione la dinamica al fine di assicurarne la sostenibilità anche nel medio/lungo periodo”. La relazione è stata inviata ai presidenti di Senato e Camera dei deputati.

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