Credit Suisse, Ubs stringe i tempi per la fusione. Utile giù del 52%

Il colosso bancario elvetico Ubs conta di completare l'acquisizione del Credit Suisse nel secondo trimestre di questo anno

di Redazione Economia
UBS
Economia

Ubs-Credit Suisse, Ermotti: "La transazione contribuirà a rafforzare la posizione di leadership della piazza finanziaria svizzera"

Il colosso bancario elevetico Ubs  stringe i tempi per la fusione con Credit Suisse: il big finanziario prevede di completare l'acquisizione da tre miliardi di franchi svizzeri "molto probabilmente nel secondo trimestre del 2023", si legge in un comunicato diramato oggi dall'ente. Inoltre, indica "nuovi fondi netti per Global Wealth Management pari a 28 miliardi di dollari, di cui 7 miliardi di dollari sono arrivati negli ultimi dieci giorni di marzo, dopo l'annuncio dell'acquisizione di Credit Suisse".     

In merito all'acquisizione di Credit Suisse, il nuovo amministratore delegato Sergio Ermotti, richiamato al ruolo precedentemente ricoperto per guidare la delicata fusione, si è detto "convinto che questa transazione contribuirà a rafforzare la posizione di leadership della piazza finanziaria svizzera e a beneficiare l'economia nel suo complesso".

Questa combinazione "presenta un'opportunità unica di creare un valore significativo a lungo termine per tutti gli stakeholder", ha affermato in un comunicato. Al timone dal 2011 al 2020, Ermotti ha guidato una grande ristrutturazione che ha ridato vita al colosso bancario messo in ginocchio dalla crisi finanziaria del 2008 e salvato in extremis dal governo federale. Per gestire un'integrazione estremamente delicata a causa delle dimensioni e della complessità della macchina Credit Suisse, Ubs ha creato la posizione di responsabile del controllo dei rischi e ha anche annunciato che l'attuale responsabile della gestione del rischio rimarrà più a lungo per cmpletare l'operazione. 

Ubs, nel primo trimestre l'utile crolla del 52%. Tensione sul titolo in Borsa

Nel frattempo il colosso elvetico ha comunicato i dati del primo trimestre, non particolarmente rosei. Ubs ha registrato infatti un calo dell'utile del 52% a causa di un aumento degli accantonamenti per un contenzioso. Il risultato arriva in un momento tumultuoso per la banca svizzera, dopo che è stata costretta ad acquisire l'ex rivale Credit Suisse. L'utile netto attribuibile agli azionisti è stato di 1,03 miliardi di dollari contro le attese degli analisti di 1,71 miliardi di dollari. L'istituto ha dichiarato di aver aumentato di 665 milioni di dollari gli accantonamenti relativi al contenzioso sui titoli garantiti da mutui residenziali negli Stati Uniti.     

"Siamo in fase avanzata di discussione con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e sono lieto di constatare che stiamo facendo progressi verso la risoluzione della questione che risale a 15 anni fa", ha dichiarato in un comunicato l'amministratore delegato Sergio Ermotti, che è appena rientrato nella banca per guidare l'acquisizione. Credit Suisse, afflitta da uno scandalo, era stata messo in ginocchio dopo che i clienti se ne erano andati in massa a causa delle turbolenze del settore bancario globale. Nell'ambito dell'accordo architettato dalle autorità svizzere, Ubs ha accettato di rilevarla per 3 miliardi di franchi svizzeri e di assumersi fino a 5 miliardi di franchi di perdite. Ieri Credit Suisse ha dichiarato una fuga di depositi da 61 miliardi di franchi (68 miliardi di dollari) nel primo trimestre.  A risentire di questi dati è anche il titolo in Borsa che a Zurigo perde a metà mattina circa il 5%. 

Tags:
credit suisseubs