Crisi d'impresa, la composizione negoziata guadagna terreno ma c'è ancora molta strada da fare

Il nuovo correttivo al Codice della Crisi d’impresa introduce la transazione fiscale, consentendo alle imprese di negoziare con il Fisco per lo stralcio dei debiti e la dilazione dei pagamenti

di redazione economia
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Codice della crisi d’impresa: arriva la transazione fiscale a risollevare le aziende, ma c'è ancora molto da fare

I dati che emergono dal primo Osservatorio nazionale sulla crisi d'impresa pubblicato da Unioncamere mostrano un andamento positivo nel ricorso da parte delle aziende alla composizione negoziata della crisi, strumento introdotto nel 2021 come percorso di risanamento alternativo per le imprese che si trovano in una situazione di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che rende probabile la crisi o l'insolvenza. Nel primo semestre 2024 le istanze sono aumentate del 53,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, con una proiezione che potrebbe portare a circa 1.000 casi entro fine anno. 

“Sin dalla sua entrata in vigore, la composizione negoziata della crisi ha attratto soprattutto le piccole e medie imprese – commenta Raffaele Di Capua, Dottore Commercialista - Revisore Legale presso lo studio Di Capua & Partners. “Tuttavia, come segnalano i dati forniti dalle Camere di Commercio, si osserva un crescente interesse da parte di aziende di dimensioni più rilevanti, il che suggerisce che lo strumento stia guadagnando fiducia anche tra le realtà più strutturate”. Il Correttivo Ter pubblicato lo scorso 27 settembre introduce importanti novità, tra cui le modifiche alla disciplina della transazione fiscale e contributiva negli accordi di ristrutturazione e nel concordato preventivo.

“E’ un punto di svolta significativo per incentivare ulteriormente l’uso di questo strumento – prosegue Di Capua - Tuttavia, questa disposizione ha dei limiti: non si applica ai tributi che costituiscono risorse proprie dell'Unione Europea, né ai contributi previdenziali e assicurativi (INPS e INAIL). Inoltre, manca il meccanismo del cram-down, che nelle altre procedure concorsuali permette di imporre il piano di ristrutturazione anche ai creditori dissenzienti”.  “Nonostante ciò, le novità introdotte dal Correttivo ter mostrano la volontà del legislatore di rendere questo strumento sempre più attraente ed efficace, anche se serviranno ulteriori interventi per renderlo completamente operante e fruibile per un numero più ampio di imprese”, continua Di Capua.

Si aggiunge il Prof. Salvatore De Vitis, Professore aggregato di Diritto Commerciale presso l’Università degli Studi del Salento secondo cui il Decreto correttivo Tter, pur rappresentando un importante passo in avanti, ha risolto solo in parte i problemi evidenziati. “La possibilità di proporre un accordo transattivo alle agenzie fiscali e all’Agenzia delle Entrate-Riscossioni rappresenta una novità molto importante perché quasi sempre nelle crisi, soprattutto in alcune zone del Paese, il debito fiscale è una componente molto significativa del debito complessivo. Tuttavia, continua a non essere prevista la transazione sui debiti previdenziali e questo è un ostacolo alla conclusione positiva della composizione negoziata della crisi”.

Il Correttivo ter vuole inoltre rafforzare il ruolo dell’Esperto come figura centrale per il successo della composizione negoziata. Precisa il prof. De Vitis che “l’Esperto non è, e non deve essere, né un curatore né un commissario. Egli ha il compito di facilitare le trattative in maniera attiva, anche proponendo delle soluzioni. È un salto culturale non del tutto compiuto ad oggi, ma, da questo punto di vista, va salutata con favore la modifica del correttivo, che attribuisce al debitore ed ai creditori il diritto di formulare osservazioni alla Commissione per la sostituzione dell’Esperto”.

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Le novità in materia di doveri degli intermediari creditizi in caso di avvio della composizione negoziata introducono l’obbligo di dimostrare che l’eventuale sospensione o revoca delle linee di credito sia effettivamente dovuta per il rispetto della vigilanza prudenziale. “Novità che non so dire quanto potranno aumentare l’appeal della composizione negoziata della crisi ma è importante sottolineare il lavoro della giurisprudenza, la quale, soprattutto in tema di misure cautelari e protettive, sta ben interpretando la funzione della composizione negoziata della crisi e il suo inquadramento in un sistema normativo che, in ossequio alla Direttiva insolvency, privilegia la continuità degli apparati produttivi, senza danneggiare i creditori”, conclude il prof. De Vitis.

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