Crt sale al 2% del capitale di Generali, il futuro dopo l'uscita da Banco Bpm

Il numero uno dell'ente torinese spiega le prossime mosse della Fondazione delineando i pilastri strategici per il futuro di Crt dopo l'uscita da Bpm

di Redazione Economia
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Crt sale al 2% del capitale di Generali dopo l'uscita da Bpm

Nel recente passato, la Fondazione Crt ha deciso di disimpegnarsi dal Banco Bpm, orientando invece i suoi investimenti verso l'assicuratore storico Generali, sostenendo la nomina di Andrea Orcel come CEO di UniCredit e supportando anche Andrea Pignataro in modo tale da invitare la premier Giorgia Meloni a discutere con lui.

Fabrizio Palenzona, a capo dell'ente torinese, terza fondazione più grande d'Italia con un patrimonio di 2,3 miliardi, durante un'intervista con Il Sole 24 Ore, ha spiegato le recenti mosse e delineato i pilastri strategici per il futuro. "Oltre a ciò - spiega Palenzona -, abbiamo approvato la nomina di Azzone come presidente dell'Acri, con la vice presidenza assegnata alla Fondazione Crt, e abbiamo aspettative riguardo al ddl capitali. Inoltre, è necessario rivedere e rafforzare il patto che governa F2i.

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Perché vendere le azioni di Banco Bpm? "È stata una decisione basata sul suggerimento di Enrico Cuccia - chiosa Palenzona -: "vendi, guadagna e pentiti". Grazie al lavoro svolto da Giuseppe Castagna, abbiamo ottenuto un notevole profitto. I proventi della vendita sono stati reinvestiti nella nostra storica partecipazione in Generali, aumentando così il flusso di dividendi che, insieme ad UniCredit e Mundys, costituiscono la parte più consistente delle risorse che mettiamo a disposizione del territorio.

Attualmente, la nostra quota in Generali è ancora intorno al 2%. Per quanto riguarda UniCredit, continuiamo a sostenere Andrea Orcel, un banchiere eccellente, e la nostra partecipazione non è in discussione. La nostra critica riguardava il processo di formazione della lista del consiglio, non la nostra presenza in UniCredit".

La lista del consiglio è una pratica diffusa a livello internazionale, ma deve essere gestita in modo trasparente e in linea con le migliori pratiche di mercato. "Inoltre - conclude Palenzona -, abbiamo esaminato l'operato di Acri e abbiamo proposto un programma di lavoro per il futuro che servirà da metro di valutazione per i nuovi vertici.

Per quanto riguarda F21, abbiamo partecipato al veicolo per la rete Tim, ma stiamo rivedendo i patti sul fondo. Siamo ottimisti riguardo al futuro dell'operazione Prelios e crediamo che lo strumento del golden power sia importante per tutelare le aziende e l'interesse nazionale. Riguardo ad Andrea Pignataro, è un uomo eccezionale che ha dimostrato di avere una visione strategica e una passione per la ricerca e l'innovazione. Crediamo che il suo impegno possa portare benefici al nostro Paese.

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