D'Alema triplica utili per le consulenze. Armi Colombia, diplomatico silurato
Sem Fabrizi, che coprì l'uomo dell'ex premier a Bogotà, è stato frettolosamente rimandato alla Farnesina per "nuove prospettive professionali" da Leonardo
Armi Colombia, gli affari d'oro di D'alema e il caso del diplomatico
Il caso della vendita di armi alla Colombia si arricchisce di un nuovo capitolo. La trattativa parallela con Bogotà, che ha visto protagonista Massimo D'Alema nel ruolo di mediatore all'insaputa del governo italiano, fa registrare una svolta. Il Colombia gate - si legge sulla Verità - potrebbe aver fatto la sua prima vittima dentro Leonardo, la società che avrebbe dovuto vendere gli aerei da guerra ai sudamericani. L'ad Alessandro Profumo, infatti, ha inviato una mail ai dirigenti del gruppo annunciando che "in virtù di una recente richiesta ricevuta dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale relativa a nuove prospettive professionali per Sem Fabrizi, abbiamo condiviso di favorire il suo rientro presso il ministero, concludendo anticipatamente il suo rapporto lavorativo con il gruppo".
Non è - prosegue la Verità - un allontanamento casuale. La persona in questione, infatti, è il diplomatico che nel gennaio scorso sarebbe stato avvertito dall'ambasciatore a Bogotà Gherardo Amaduzzi della strana attività di mediatore di Massimo D'Alema. Fabrizi non rivelò nulla al sottosegretario Giorgio Mulè della visita di Giancarlo Mazzotta, l'uomo di D'Alema, ad Amaduzzi. Intanto la società di consulenza dell'ex premier ha fatto registare un utile nel 2021 di quasi 600 mila euro, triplicando gli incassi rispetto all'anno precedente.