D'Alema vuota il sacco su armi alla Colombia. "80 mln? Stima su affari simili"
L'ex premier ammette: "Adesso sono un consulente strategico. Questa commessa valeva 5 mld, in quel mercato la competizione è durissima"
D'Alema: "Sarebbe stato un grosso affare. Dovevo convincerli"
Massimo D'Alema ammette tutto, ha cercato di fare da intermediario per la vendita di aerei da guerra, sottomarini e 4 corvette con la Colombia. "Uno dei colombiani - spiega D'Alema a Repubblica - che ha chiesto di parlarmi, mi considerava il garante dell’operazione. Lamentava che non erano stati pagati. Ho spiegato che l’unica maniera per avere un riconoscimento per il loro lavoro era partecipare a un “success fee”. Ove mai l’affare fosse andato in porto. Gli 80 mln? Innanzitutto io non ho un’idea precisa di quanto possa essere il success fee in un’operazione di questo tipo, ho fatto riferimento al valore che normalmente si dà a queste transazione, è anche evidente che dovevo convincere un interlocutore riluttante e convincerlo naturalmente a fare una scelta nell’interesse dell’Italia e non della mia persona".
"Da dieci anni, - prosegue D'Alema a Repubblica - da quando ho lasciato ogni responsabilità politica, svolgo un’attività di consulenza regolare: ho una mia società e inoltre lavoro con Ernst&Young, di cui sono presidente dell’advisory board. Il mio lavoro è quello di consulenza strategica, relazioni, ma non sono uno che va a fare mediazione di vendita. Con la mia professione cerco di sostenere anche le imprese italiane all’estero. Spero non sia un reato. “Il Parlamento colombiano ha deliberato uno stanziamento per l’ammodernamento delle forze armate. E vorremmo puntare sui prodotti italiani”. Si tratta di un mercato all’interno del quale la competizione è durissima. Ed era una cosa molto importante per il nostro Paese: parliamo di un investimento di 5 miliardi. Io non avrei preso una lira".